Per la miseria di mamma e papà, per la rovina del
mulino, per quel tavolone della sventura, per il vino versato, per le pecore
rognose, grazie, mio Dio.
Per la bocca di troppo che ero da sfamare, per i
bambini che ho accudito, per le pecore che ho pascolato, Grazie.
Grazie, mio Dio, per il procuratore, per i
gendarmi, per le parole rudi di Padre Peyramale.
Per i giorni in cui siete venuta, per quelli in cui
non siete venuta, non potrò mai ringraziarvi abbastanza che in Cielo...
Grazie perché se ci fosse stata una giovane più
insignificante di me, non avreste scelto me…
Grazie per aver colmato di amarezze il cuore troppo
tenero che mi avete dato. Per Madre Josephine, che mi ha definito buona a
nulla, grazie…
Per i sarcasmi della Madre Superiora, la sua voce
dura, le sue ingiustizie, le sue ironie e per le umiliazioni, grazie.
Grazie di essere stato l’oggetto privilegiato dei
rimproveri, per cui le Sorelle dicevano: “Che fortuna non essere Bernardetta”.
Grazie di essere stata Bernardetta, minacciata di
prigione perché vi aveva vista, Vergine Santa, di essere stata guardata dalla
gente come una bestia rara: questa Bernardetta talmente insignificante, che
quando la si vedeva, si diceva: “Quella là?”.
Per questo corpo mingherlino che mi avete dato, per
questa malattia di inferno, per le mie carni incancrenite, per le mie ossa
cariate, per i miei sudori, per la mia febbre, per i miei dolori sordi e acuti,
grazie, mio Dio.
E per questa anima che mi avete dato, per il
deserto dell’aridità interiore, per la vostra oscurità e le vostre rivelazioni,
per i vostri silenzi e i vostri lampi, per tutto, per Voi, assente o presente,
grazie Gesù .
(
Bernadette Soubirous)