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mercoledì, dicembre 26
Decalogo della quotidianità
1. Solo per oggi cercherò di vivere alla giornata, senza voler risolvere il problema della
mia vita tutto in una volta.
2. Solo per oggi avrò la massima cura del mio aspetto: vestirò con sobrietà; non alzerò la
voce; sarò cortese nei modi; non criticherò nessuno; non pretenderò di
migliorare o di disciplinare nessuno tranne me stesso.
3. Solo per oggi sarò felice nella certezza che sono
stato creato per essere felice non solo nell'altro mondo, ma anche in questo.
4. Solo per oggi mi adatterò alle circostanze senza pretendere che le circostanze si
adattino tutte ai miei desideri.
5. Solo per oggi dedicherò dieci minuti del mio tempo a qualche lettura buona, ricordando
che come il cibo è necessario alla vita del corpo, così la buona lettura è
necessaria alla vita dell'anima.
6. Solo per oggi compirò una buona azione e non lo dirò a nessuno.
7. Solo per oggi farò almeno una cosa che non desidero fare e se mi sentirò offeso nei miei
sentimenti, farò in modo che nessuno se ne accorga.
8. Solo per oggi mi farò un programma: forse non lo seguirò a puntino, ma lo farò. E mi
guarderò da due malanni: la fretta e l'indecisione.
9. Solo per oggi crederò fermamente, nonostante le apparenze contrarie, che la buona
Provvidenza di Dio si occupa di me come se nessun altro esistesse al mondo.
10. Solo per oggi non avrò timori.
In modo particolare non avrò paura di godere di ciò che è bello e di
credere alla bontà.
Posso ben fare, per dodici ore, ciò che mi
sgomenterebbe se pensassi di doverlo fare per tutta la vita.
"Basta a ciascun giorno il suo
affanno"
(Mt. 6,34)
(Papa Giovanni XXIII)
Preghiera per i sacerdoti
O Gesù, sommo ed eterno sacerdote, custodisci il tuo sacerdote dentro
il Tuo Sacro Cuore.
Conserva immacolate le sue mani unte che toccano ogni giorno il Tuo
Sacro Corpo.
Custodisci pure le sue labbra arrossate dal Tuo Prezioso Sangue.
Mantieni puro e celeste il suo cuore segnato dal Tuo sublime carattere
sacerdotale.
Fa che cresca nella fedeltà e nell’amore per Te e preservalo dal
contagio del mondo.
Col potere di trasformare il pane e il vino donagli anche quello di
trasformare i cuori.
Benedici e rendi fruttuose le sue fatiche e dagli un giorno la corona
della vita eterna.
S. Teresa di Gesù Bambino
I dieci Comandamenti degli gioia
- La gioia a Dio chiederai ogni mattina fedelmente.
- Calma e sorriso ostenterai anche se il cuore è dolente.
- Nel tuo intimo ripeterai: "Dio che mi ama è sempre presente".
- Senza posa, ti applicherai a scorgere il lato buono della gente.
- La tristezza allontanerai da te spietatamente.
- Lamenti e critiche eviterai; non vi è nulla di più deprimente.
- Al tuo lavoro ti adopererai di buona lena allegramente.
- I visitatori accoglierai sempre benevolmente.
- I sofferenti conforterai dimenticando te stesso totalmente.
- Spargendo ovunque la gioia l'avrai anche tu sicuramente.
Il mio credo nella preghiera
Credo che la preghiera non è
tutto,
ma che tutto deve cominciare dalla preghiera:
perché l'intelligenza umana è troppo debole;
perché l'uomo che agisce senza Dio
non dà mai il meglio di se stesso.
Credo che Gesù Cristo, dandoci il "Padre Nostro"
ci ha voluto insegnare che la preghiera è amore.
Credo che la preghiera non ha bisogno di parole,
perché l'amore non ha bisogno di parole.
Credo che si può pregare
tacendo, soffrendo, lavorando,
ma il silenzio è preghiera solo se si ama,
la sofferenza è preghiera solo se si ama,
il lavoro è preghiera solo se si ama.
Credo che non sapremo mai con esattezza
se la nostra è preghiera o non lo è.
Ma esiste un test infallibile della preghiera:
se cresciamo nell'amore,
se cresciamo nel distacco dal male,
se cresciamo nella fedeltà alla volontà di Dio.
Credo che impara a pregare
solo chi impara a tacere davanti a Dio.
Credo che impara a pregare solo
chi impara a resistere al silenzio di Dio.
Credo che tutti i giorni dobbiamo
chiedere al Signore il dono della preghiera,
perché chi impara a pregare impara a vivere.
(Un monaco nel mondo)
ma che tutto deve cominciare dalla preghiera:
perché l'intelligenza umana è troppo debole;
perché l'uomo che agisce senza Dio
non dà mai il meglio di se stesso.
Credo che Gesù Cristo, dandoci il "Padre Nostro"
ci ha voluto insegnare che la preghiera è amore.
Credo che la preghiera non ha bisogno di parole,
perché l'amore non ha bisogno di parole.
Credo che si può pregare
tacendo, soffrendo, lavorando,
ma il silenzio è preghiera solo se si ama,
la sofferenza è preghiera solo se si ama,
il lavoro è preghiera solo se si ama.
Credo che non sapremo mai con esattezza
se la nostra è preghiera o non lo è.
Ma esiste un test infallibile della preghiera:
se cresciamo nell'amore,
se cresciamo nel distacco dal male,
se cresciamo nella fedeltà alla volontà di Dio.
Credo che impara a pregare
solo chi impara a tacere davanti a Dio.
Credo che impara a pregare solo
chi impara a resistere al silenzio di Dio.
Credo che tutti i giorni dobbiamo
chiedere al Signore il dono della preghiera,
perché chi impara a pregare impara a vivere.
(Un monaco nel mondo)
Stare con gli ultimi
PRENDERE COSCIENZA
che i poveri esistono ancora
e sono più numerosi di quel che si pensa.
LASCIARSI COINVOLGERE
dalla loro vita.
Prendere la polvere sollevata dai loro passi.
Guardare le cose dalla loro parte:
mettersi in corpo "l'occhio del povero".
PER SMANIA DI COMUNIONE
non per smania di evidenzia.
Farsi ultimi
è una vocazione che comporta rinunce.
Non è un espediente per stare sulla cresta dell'onda.
AIUTARLI A CRESCERE
Significa condividere la loro povertà,
rendendoli protagonisti del loro riscatto,
non terminali delle nostre esuberanze caritative
o destinatari inerti delle nostre strutture assistenziali.
RISALIRE ALLA CAUSA
Farsi ultimi
significa conoscere i meccanismi perversi
che generano la sofferenza.
Il volontariato emotivo non è sufficiente.
Occorrono la competenza e lo studio.
Si comprenderà allora
che le cause di tante situazioni disumane
non sono fatalità, ma hanno un nome ben preciso.
LOTTARE SU DUE FRONTI
Quando poi l'analisi puntigliosa
avrà messo a nudo le cause della povertà,
bisogna avere la capacità di lottare su due fronti:
sulle radici del male sociale per rimuoverle,
e sui frutti amari dell'ingiustizia,
per aiutare
di volta in volta
le vittime che sono costrette a nutrirsene.
ALIMENTARSI DELLA PAROLA...
Occorre riscoprire la lettura dei grandi testi biblici
che parlano della liberazione dei poveri,
dall'Esodo ai Profeti,
nelle cui righe vibra tutta la passione di Dio
che non ha mai perso la fiducia nei poveri,
e non li ha mai trattati
come un popolo di straccioni,
ma li ha amati sempre "con viscere di misericordia",
fino a quando anche Lui
"da ricco che era, si è fatto povero".
PER ALIMENTARE IL CORAGGIO
La scelta degli ultimi
esige alla lunga un grande coraggio.
Il coraggio
di collaborare con le istituzioni pubbliche
e di precederle sulla battuta
intuendo risposte nuove a bisogni nuovi.
Il coraggio
di quella violenza ermeneutica della Parola di Dio,
che senza darci le smanie del guerrigliero
ci abilita a non aver paura dei potenti della terra.
Il coraggio
di creare continuamente spine nel fianco
della buona coscienza pubblica,
rivelando con caparbietà
i bisogni scoperti e quelli emergenti.
CONFIDANDO IN MARIA
La Madonna,
povera di Javhè,
che ha cantato
il riscatto
degli umili,
ci dia la forza di confidare negli ultimi.
E ciascuno di noi,
pur nella fatica del viaggio
e nelle delusioni della vita,
possa sentirsi confortato
dalle parole di sant'Agostino:
"Aiuta il prossimo
con il quale cammini,
per poter giungere
a Colui
con il quale desideri rimanere".
(don Tonino Bello)
martedì, dicembre 25
Volgere lo sguardo verso Dio
La preghiera è come un volo verso Dio. Immagina, quando ti metti a pregare, di iniziare a fare un volo, in aereo.
Immagina di essere tu il pilota...Allora sei pronto?
Attento, però: ci sono delle regole che vanno rispettate.
- Prendi posto, allaccia le cinture, metti il casco... Non puoi pregare se prima non ti raccogli, non fai silenzio e non ti sintonizzi.
- Decolla, prendi quota... Pregare è entrare nel mondo di Dio.
- Porta al massimo i motori... Senza lo Spirito Santo non puoi far nulla: invocalo!
- Rimani in quota e punta dritto alla méta... Sii certo che Gesù ti vuole bene da morire, ti aspetta e ti accoglie così come sei!
- Apri il contatto con la torre di controllo, ma innanzitutto ascolta... Gesù è l'amico che vuole confidarti tutto quello che sa: tu ascolta le sue confidenze!
- Tieni aperto il contatto: rispondi!... Dai del tu a Dio, dialoga con semplicità e spontaneità: Lui ti ascolta!
- Fai il volo con tutti i bagagli... Prega con tutto te stesso, con tutte le tue preoccupazioni e con il tuo corpo!
- Attento ai vuoti d'aria, alle tempeste e al freddo!... Non scoraggiarti: anche nei momenti in cui ti sembra di non combinare nulla, stai pregando!
- Prendi il ritmo giusto... Prega senza fretta e scandendo bene le parole!
- Fai attenzione all'atterraggio... La preghiera non è una fuga. Rientra nella vita normale avendo fatto il pieno.
BUON VIAGGIO
Vivere con Stile
LE MAGNIFICHE REGOLE DI UN RAGAZZO DAI 12 AI 18 ANNI
1) La famiglia non è una mucca da mungere né un nido da sfruttare.
Voglio sentirmi anch’io responsabile della sua felicità!
2) Non mi accorgo solo quando la minestra è salata, ma anche quando è
buona per ringraziare chi me l’ha preparata.
3) So che la mamma ed il papà sono esseri umani. Anche loro possono
avere momenti di debolezza, di stanchezza, di nervosismo.
4) Non sono brevissimo quando telefono dal mio cellulare e lunghissimo
quanto telefono da casa.
5) Quando esco saluto: “Ciao!”, “Vi telefonerò senz’altro!”
6) Quando rientro non porto un muso lungo.
7) Non mi chiudo a riccio, ma parlo. So che il silenzio ferisce.
8) Non considero il papà come un portafogli e la mamma come una serva
che deve rifarmi il letto.
9) Ascolto i genitori nelle questioni importanti. E’ vero che sono
libero, però desidero il loro parere.
10) Non voglio essere come il paguro bernardo che vive sfruttando le
risorse altrui. Ad un certo momento voglio mantenermi da solo. Non è giusto
farmi coccolare in eterno!
(da “Le
regole ci vogliono” di Pino Pellegrino)
I frutti dello Spirito
sono:
- AMORE: ci permette di stabilire un rapporto nuovo, autentico, con Dio e con il Prossimo.
- GIOIA: è il gioire dell'altro: "Tu sei la mia gioia, perché sei la gioia di Dio".
- PACE: è la consegna del sapersi amati da Dio, dell'essere luogo del riposo di Dio.
- PAZIENZA: è la capacità di perseverare nell'amore, anche di fronte a situazioni pesanti.
- BONTA': è disponibilità, anzi la tendenza a promuovere il bene in tutti e dappertutto.
- FEDELTA': significa essere affidabili e costanti nell'amore sempre.
- MITEZZA: è l'atteggiamento sereno, rispettoso, non arrogante, non severo.
- DOMINIO DI SE': è la capacità di frenare le proprie tendenze egoistiche.
Siate santi
Sacerdoti, io non sono prete, e non sono mai stato degno di poterlo diventare. Come fate a vivere dopo aver celebrato la Messa? Ogni giorno avete il Figlio di Dio nelle vostre mani. Ogni giorno avete una potenza che Michele Arcangelo non ha. Con la vostra bocca voi trasformate la sostanza del pane in quella del Corpo di Cristo; voi obbligate il Figlio di Dio a scendere sull'altare. Siete grandi, siete creature immense. Le più potenti che possono esistere.
Sacerdoti, ve ne scongiuriamo, siate santi. Se siete santi voi, noi siamo salvi. Se non siete santi voi, siamo perduti. Sacerdoti, noi vi vogliamo ai piedi dell'altare. (Enrico Medi)
Tre verbi
Ecco tre verbi per un itinerario spirituale del cristiano, un vero programma di vita:
- ASCOLTARE: vi è impegnata la mente, l'intelligenza, la virtù dell'obbedienza. Il vero ascolto si fa obbedienza.
- CONOSCERE: E' impegnato il cuore. Non si conosce veramente se non ciò che si ama. E' l'amore che è capace di andare oltre ad ogni evidenza. E' un conoscere dal di dentro, dall'intimo. E' un conoscere l'Essere. E' una conoscenza nell'Amore.
- SEGUIRE: E' impegnata la Volontà, capace di far muovere i miei passi dietro Colui che ho ascoltato, amato (Sal 23)
Nemico Insidioso
"Non ferisce la schiena, ma carezza il ventre; non confisca i beni per darci la vita, ma arricchisce per darci la morte; non ci spinge verso la libertà gettandoci in prigione, ma verso la schiavitù onorandoci nel suo palazzo; non colpisce i fianchi, ma prende possesso del cuore; non taglia la testa con la spada, ma uccide l'anima con l'ora e il denaro". (Ilario di Poitiers)
Conversione
Dio mi conceda la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare quello che posso cambiare, e la saggezza di saper distinguere le une dalle altre.
(Friedrich Christoph Oetinger)
L'amore si prova nelle azioni, più esse ci costano, più grande è la prova del nostro amore.
(Madre Teresa di Calcutta)
Natale 2012
Oggi è Natale ed è nato il Salvatore! Ma tutto questo non è un ricordo ma una profezia, non è una festa sentimentale ma il giudizio sul mondo, perché Dio va verso l'umanità. E' tutto un movimento: il grande verso il piccolo, dal cielo verso il basso, da una città ad una grotta... e la storia ricomincia dagli ultimi. E' una storia in cui nasce un bambino, Dio si fa bambino, un granellino di sabbia che entra nel perfetto ingranaggio del mondo, nella storia dell'uomo.
La STALLA e la MANGIATOIA sono il NO alla mondanità; alla fame di potere; alla logica del "secondo me..."; al buonismo che aiuta i poveri ma stando bene attenti a non farsi toccare, contaminare; alla logica del "così vanno le cose", del "così fan tutti, ciò che conta è non fare male a nessuno", dimenticandosi che il male lo faccio a me stesso che sono figlio di Dio, tempio di Dio; alla logica del "perdono ma non dimentico".
Dio entra nel mondo dal punto più basso perché nessuna creatura sia esclusa, tutti siano raggiunti dal suo abbraccio che salva. Dio ha scelto la povertà e la nudità, nulla di spettacolare; ha scelto la nudità del cuore, la povertà dell'umiltà, ha scelto di rivelarsi nel nascondimento agli emarginati della società, solo loro possono e riescono ad accoglierlo.
Dio è un Re in esilio, uno straniero fuori dalla città e a Natale fa ritorno alla sua casa; perchè la terra, prima di essere degli uomini, è di Dio.
Dio s'è fatto portatore di carne perchè l'uomo possa divenire portatore di Spirito.
S'è fatto simile a me perché io lo accolga.
S'è fatto simile a me perché io lo rivesta.
Oggi si fa abbracciare da Maria perchè io possa credere a Lui e adorarLo. Oggi sono chiamato ad accogliermi così come sono, ad accogliere il mio passato e presente perchè solo così Dio abbraccia l'umanità.
Dio oggi c'invita a svegliarci ma non tanto con l'ora del cellulare, dei doveri e principi ma con l'ora dell'amore di Dio. Perché solo così posso crescere nell'amore, in un amore donato, spezzato, per annunciare a tutti che Dio ha occupato la sala centrale del proprio cuore e per proclamare la Buona Notizia: Betlemme e Gerusalemme sono sulla stessa strada. Sono il luogo dell'Amore Misericordioso di Dio che raggiunge ogni singolo uomo; sono le strade del riconoscimento della Tenerezza di Dio, della giustizia che va a braccetto col perdono, dell'abbraccio di Dio aperto sulla croce perché da lì ci giudicherà.
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