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GRATUITAMENTE AVETE RICEVUTO, GRATUITAMENTE DATE, (Mt 10,8b). Noi abbiamo solo il presente da vivere e in questo tempo ci giochiamo la nostra vita, la nostra eternità, il nostro destino (E. Olivero)

martedì, gennaio 6

Mt 2,1-12


I Re Magi sono personaggi speciali, tra leggenda e realtà, sono stati bistrattati. Nei presepi domestici rischiano di essere un semplice ornamento, oppure ridotti ad una favola per bambini. I Re Magi giungono a destinazione, ma alla fine della festa, quando Gesù è ormai nato e tutti sono già arrivati per adorarlo.
Arrivano, consegnano i loro doni e già il giorno dopo sono risposti nella scatola e sulla mensola pronti per l'anno prossimo. La loro presenza si limita al 6 gennaio: Toccata e Fuga!
Sono una presenza poco meditata, ma che ci rappresenta, ci indica come correggere il nostro cammino, danno senso al nostro camminare. Ma si deve avere il coraggio di chiamarli col giusto nome; nella parola magi manca una consonante, l'H.
Sono i Magoi: Maghi, ecco la loro vera identità! 

Sono sacerdoti persiani, astrologi (attività condannata dagli ebrei e dalla Chiesa), sono colti, ricchi, potenti esperti nella scienza e nella cultura. Non avevano bisogno di mettersi in viaggio, ma la loro sete era troppo forte. Si sono messi in viaggio, con i loro bagagli e con i doni per il Re; non si sono accontentati di leggere le stelle, avevano l'urgenza di saziare illoro desiderio pieno di domande, della Domanda. Il desiderio di desiderare li ha resi cercatori di Dio. Oggi festeggiamo l'Epifania, la manifestazione di Dio, di un Dio dei lontani, dalla fede ebraica, dalla Chiesa, da una vita moralmente accettata dalla società.
Dobbiamo farcene una ragione, Gesù è nato e morto tra i più lontani; i Maghi vengono da lontano, non solo geograficamente ma anche esistenzialemnte, rappresentano ogni periferia del mondo. 
Ecco la Speranza, la Bella Novella: il nostro Dio è un Dio dei lontani, del camminare, dei cieli aperti, degli inviti ad: 
Alzare il capo e a guardare da un nuovo punto di vista la mia vita e l'umanità, la storia. Cambiare schema della mente e del cuore, perché la vera conversione non è una rettitudine indefessa, ineccepibile ma un modificare il modo di ragionare con la mente e con il cuore; un "guardare oltre", tra le pieghe della vita. 
Camminare con mente, cuore e volontà. 
Cercando insieme perchè i Maghi non sono tre ma come dice Matteo, sono alcuni. Sono un piccolo gruppo con la stessa direzione, attenti alle stelle e l'uno all'altro. 
Ad avere diritto di sbagliare perchè solo così posso imparare. I Maghi sono stati anche dei pasticcioni; hanno sbagliato città, a parlare con Erode che voleva uccidere il Bambino delle profezie; perdono la stella, cercano un Re in trono e trovano un Bambino in braccio ad una mamma. 
 
Epifania, Bosch
Eppure ricominciano sempre, non si stancano mai, non s'arrendono. Il cammino dei Maghi è lento, come il nostro decidersi per Dio, perchè le nostre zavorre esistenziali rallentano, complicano il nostro cercare Dio con verità e amore. 
La Tradiizione ci dice che sono tre, di età e colore della pelle diversa. Il tre può esserele tappe della vita, gli stadi dell'esistenza: BAMBINO, ADULTO, VECCHIO; PASSATO, PRESENTE, FUTURO. Un cammino dove si sviluppa il travaglio dell'essere umano, un travaglio che supera ogni differenza e diversità, perchè ci unisce il desiderio (desiderium); parola che si collega con sidus (stella).
In antichità un significato della parola desiderio era mancanza delle stelle in cielo. Infatti era una parola usata dai sacerdoti come un augurio, auguravano che gli dei approvassero le scelte degli uomini che li interpellavano.
Assenza delle stelle, oggi mancanza della stella che orienta l'uomo nell'oscurità dell'esistenza; questa mancanza è l'inquietudine nella ricerca di Dio. Nonostante i nostri fragili ragionamenti, pieni di ma e di se, di pregiudizie e verità a misura di se stessi. Nonostante tutto sappiamo che quel fragile bambino è venuto per noi, che è Dio e si presenta nella semplicità e umiltà della natura umana.

L'altare Monforte, Hugo van der Goes
 Siamo chiamati a cercare con cura, fissando la profondità del cielo e del cuore per compiere il nostro dovere di uomini, che è quello di sperare, perché "una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta" (Socrate)

I Re Magi, Henry Siddons Mowbray

Re Magi


    Fu un freddo avvento per noi,
    Proprio il tempo peggiore dell'anno
    Per un viaggio, per un lungo viaggio come questo
    Le vie fangose e la stagione rigida
    Nel cuore dell'inverno.
    E i cammelli piagati, coi piedi sanguinanti, indocili
    Sdraiati nella neve che si scioglie.
    Vi furono momenti in cui noi rimpiangemmo
    I palazzi d'estate sui pendii, le terrazze,
    E le fanciulle seriche che portano il sorbetto.
    Poi i cammellieri che imprecavano e maledicevano
    E disertavano, e volevano, donne e liquori,
    E i fuochi notturni s'estinguevano, mancavano ricoveri,
    E le città ostili e i paesi nemici
    Ed i villaggi sporchi e tutto a caro prezzo:
    Ore difficili avemmo.
    Preferimmo viaggiare di notte,
    Dormendo solo a tratti,
    Con le voci che cantavano agli orecchi, dicendo
    Che questo era tutta follia.
    Poi all'alba giungemmo a una valle più tiepida,
    Umida, sotto la linea della neve, tutta odorante di vegetazione;
    Con un ruscello in corsa ed un molino ad acqua che batteva il buio,
    E tre alberi contro il cielo basso,
    E un vecchio cavallo bianco al galoppo sul prato.
    Poi arrivammo a una taverna con l'architrave coperta di pampini,
    Sei mani ad una porta aperta giocavano a dadi monete d'argento,
    E piedi davano calci agli otri vuoti.
    Ma non avemmo alcuna informazione, e così proseguimmo
    Ed arrivati a sera non un solo momento troppo presto
    Trovammo il posto; cosa soddisfacente voi direte.
    Tutto questo fu molto tempo fa, ricordo,
    E lo farei di nuovo, ma considerate
    Questo considerate
    Questo: ci trascinarono per tutta quella strada
    Per una Nascita o per una Morte?
    Vi fu una Nascita, certo, Ne avemmo prova e non avemmo dubbio.
    Avevo detto nascita e morte
    Ma le avevo pensate differenti; per noi questa Nascita fu
    Come un'aspra ed amara sofferenza, come la Morte, la nostra morte
    Tornammo ai nostri luoghi, ai nostri Regni,
    Ma ormai non più tranquilli, nelle antiche leggi,
    Fra un popolo straniero che è rimasto aggrappato ai propri idoli.
    Io sarei lieto di un'altra morte.
    (Th. Eliot, Il viaggio dei Magi)

domenica, gennaio 4

Gv 1,1-18

Qual'è il mio vero bisogno? Questa è la domanda sottostante a questo Vangelo. Il bisogno che risponde al mio centro, a quel centro, come dice Battiato, di gravità permanente, che risponde al mio bisogno psico-fisico e di felicità, di benesserte. Per noi cristiani sta nel vedere il padre. Trovare il padre è trovare se stessi, è trovare Dio. Ritrovare Dio è Saggezza e Salvezza.
Qui si gioca tutta la vita...l'amore trinitario comunicato a noi. Questo è il nucleo del Vangelo di Giovanni, soprattutto nel Prologo Giovanni ci pone due domande: chi è Dio? Che Dio annuncio? Troppe volte si risponde alla prima domanda con un'idea vaga di Dio, un dio tappabuchi o come un paracadute. Invece Giovanni ci conduce a incontrare il vero Dio che è Verbo, Creatore, Luce e Comunione. 
Il Prologo si dovrebbe leggerlo solo dopo aver letto tutto il Vangelo, solo così lo si capirà. Nel Prologo è riassunto tutto il Vangelo, è un inno di sapienza di Dio, un poema; in cui viene mostrato un Dio che:
  • è volontà di comunicazione e un progetto d'amore.
  • è sapienza creatrice,
  • modello a cui uniformarci,
  • senso, orientamento personale e dell'umanità,
  • dialogo
perché c'è un movimento di attesa e amore, in cui si fonda l'ottimismo cristiano; perché ci viene offerta la nostra divinizzazione.
Dio crea l'uomo e quando crea ci vuol dire che lascia l'altro come altro; un essere diverso, non una fotocopia e libero.
Dio crea e compie un atto di amore, rispetto, umiltà verso la creazione, l'uomo; i quali contengono sempre il rischio del male ma anche la sapienza della croce. Solo Dio ci fa conoscere COME vivere pienamente la vita, la quale sarà autentica e varrà la pena che sia vissuta solo quando si capirà che la vita eterna è la vita vissuta nella banale realtà di ogni giorno.
Solo così la nostra vita sarà preservata dallo svuotamento di senso, dal materialismo, dalla superficialità, dalla frenesia, dall'ansia.
Il verbo si fece  carne, l'amore si fece croce, la vita di Dio si fece vita umana. (R. Cavedo)
 Gesù si oppone alle luci false o parziali della verità, ai vari maestri di vita, ai vari percorsi di felicità o benessere a Km zero; si oppone ad ogni forma di fondamentalismo, soprattutto religioso, si oppone alla cultura odierna di morte.
Gesù è Luce e viene:
  • e rompe le tenebre,
  • ad abitare in mezzo a noi, così non possiamo dire che siamo soli,
  • ci rende una comunità contemplativa, cioè che contempla un Dio onnipotente, non un dio che può far tutto, ma l'amore onnipotente che ci lascia liberi e responsabili; perché Dio non agisce fuori, ma motiva dal di dentro l'uomo, perchè a sua volta aderisca e accolga,
  • ci rende una comunità nuziale, cioè impariamo ad amarci come e con l'amore ricevuto da Dio.
Solo così saremo una comunità di testimoni dell'agnello risorto.
 Saremo credenti quando vivremo una spiritualità:
  • della FIDUCIA: la mia vita non è in mano al destino o alla fortuna, ma in un progetto della Provvidenza.
  • della COMUNIONE: io non sono un'isola o un club privato, ma sono relazione.
  • della CONTEMPLAZIONE: Dio è dentro di noi, quindi siamo Dio. Per accostarci a Dio dobbiamo percorrere la via dell'amore e della preghiera. Perché "l'essenziale non è già nel molto pensare, ma nel molto amare". (santa Teresa d'Avila)
  • del NASCONDIMENTO: come i primi 30 anni di Gesù, come Maria, nella propria vita ordinaria.
  • del DONO: gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.
per poter alla fine dire che: Dio ci ama, Cristo è venuto per noi, per noi Cristo è Via, Verità, Vita.
 
E l’amore guardò il tempo e rise,
perché sapeva di non averne bisogno.
Finse di morire per un giorno,
e di rifiorire alla sera,
senza leggi da rispettare.
Si addormentò in un angolo di cuore
per un tempo che non esisteva.
Fuggì senza allontanarsi,
ritornò senza essere partito,
il tempo moriva e lui restava.
Luigi Pirandello