Ha uno stile foscoliano. Sono tutti sentimenti negativi, oggi vanno per la maggiore, oggi si esaspera tutti ed esasperiamo tutto, tutto è rabbia! Ma andiamo per ordine.
La rabbia mi fa chiudere in me stesso e
mi rende Vodafone!
La rabbia mi fa vedere l’altro come un
ostacolo alla propria libertà del “secondo me…è così!”
Vivere la vita come una pretesa!
L’altro è colui che mi castra nella mia
personalità e dimentico che l’altro è un’opportunità, un dono.
Quindi …la rabbia
è una passione inutile?
A volte ci pesa: perché facciamo
brutta figura, si perde il controllo e si desidera di cancellare tutto, si
desidera di cadere nell’angelismo.
Tutto si ferma ad un fatto morale!
La rabbia è una forza da incanalare
verso la sua compagna di viaggio: SPERANZA.
(san
Tommaso): perché mi aiuta a superare un ostacolo. Quindi vivo un movimento
valutativo speculativo per migliorare la mia situazione (fattore speranza).
L’aggressività
e la speranza se non sono uniti non abbiamo nessun progetto di vita, anzi siamo
in uno stato vegetativo perché ci convinciamo (vedendo “oggettivamente” i
fatti) che tanto non cambia nulla.
Se la rabbia è nascosta o congelata
diventa un veleno per la mia persona e le mie relazioni. Ma perché ci
arrabbiamo? Desideri e bisogni frustrati!
Che fare? Alleata e Maestra.
Sperare in qualcosa è prendere le distanze dal passato
per volgersi al futuro
(capacità di prendere le distanze da ciò che è capitato sulla mia pelle) e discernere le esigenze concrete
della vita.
L’uomo che spera non perde la coscienza
di sé e il senso della realtà; per poter sperare entrano in gioco i valori in
cui uno crede; tutto questo mi aiuta a dare un senso alle emozioni che provo.
Non basta sapere
cosa viviamo ma devo riconoscere verso che cosa ci muoviamo (capacità d’indirizzare il vissuto
personale).
CONVERSIONE
Conversione degli affetti (è
fattibile!) ma questo non vuol dire cambiare la personalità e il temperamento
della persona.
La conversione affettiva mi porta
ad essere maturo nelle relazioni, cioè non si trasformano in un esercizio di
potere, in un ricatto affettivo.
RELAZIONI SANE = MATURITA’ E SALUTE
SPIRITUALE E PSICOLOGICA
Aiuto alla conversione affettiva!
Capace di:
PRUDENZA, VIGILANZA, RINUNCIA,
APERTURA, RISPETTO, FIDUCIA,
ACCOGLIENZA, COMUNICATIVO, ONESTO, TRASPARENTE
e tutto mi porta ad una sana e matura relazione con DIO.
4 GRADINI
PRIMO
PASSO: rifiuto della autocommiserazione
(significa anche non continuare a guardare indietro, alle ingiustizie e alle
ferite del passato, per piangersi addosso; per quanto sia un atteggiamento
spontaneo e comprensibile, esso presenta tuttavia un costo altissimo perché
assorbe la maggior parte delle energie psichiche, lasciando la persona
prigioniera del proprio rancore, avvelenandosi).
SECONDO
PASSO: trasformo il negativo in
un’occasione!
TERZO
PASSO: STOP al confronto con il desiderio
di protestare su tutto e tutti, di predicare, di proclamare un’ingiuria, di
regolare un conto in sospeso (la vendetta è piatto che si serve freddo), di
rendere il mondo testimone di qualche difficoltà o patimento (che IO
vivo). [Tutto
questo è stato, per Virginia Woolf, il segreto di vita Shakespeare]
QUARTO
PASSO: gratitudine. Lo scopo della vita cristiana non è
semplicemente di “stare bene” (basta la salute! Sempre plausibile!), rischia di
essere una forma di egoismo. Le nostre
risorse siano pienamente implicate in una relazione di cooperazione (altri -
Dio).
Perché il cristiano non è
chiamato a fare ciò che ritiene giusto ma a dipendere da Qualcuno che ti libera
mostrando la verità di ciò che sei per diventare non un uomo di rabbia ma luogo
di speranza per l’altro.
Perché Gesù, Amore Crocifisso
Rifiutato, ha aperto la strada per Gerusalemme, per la vita piena, la pienezza
di vita.
Sì, la fede è virtù basilare, è sostanziale fondamento, sul quale si
basa la speranza della beatitudine, che è piena di immortalità…via dunque ogni
nube, ogni fantasia, ogni pensiero che non porta pace allo spirito, ma
inquietudine e turbamento: quelle idee; quei pensieri non sono da Dio, ma del
nemico di ogni pace e di ogni bene. Stiamo tranquilli, sereni e riposiamo
dunque fidenti nella mano del Signore. (da
lettera alla contessa Gallarati Scotti del 12-III-1940)