Gratis

Gratis
GRATUITAMENTE AVETE RICEVUTO, GRATUITAMENTE DATE, (Mt 10,8b). Noi abbiamo solo il presente da vivere e in questo tempo ci giochiamo la nostra vita, la nostra eternità, il nostro destino (E. Olivero)

venerdì, novembre 11

L'eco della vita

Padre e figlio stanno passeggiando nella foresta. a un certo punto, il bambino inciampa e cade. Il forte dolore lo fa gridare: "Ahhhhhh!". Con sua massima sorpresa, ode una voce tornare dalla montagna: "Ahhhhh!". Pieno di curiosità, grida: "Chi sei?", ma l'unica risposta che riceve è: "Chi sei?". Questo lo fa arrabbiare, così grida: "Sei solo un codardo!" e la voce risponde: "Sei solo un codardo!". Perplesso, guarda suo padre e gli chiede, cosa stesse succedendo. E il padre gli risponde: "Stà a vedere, figliolo!", e poi urla:


"Ti voglio bene!", e la voce gli risponde: "Ti voglio bene!". Poi urla: "Sei fantastico!", e la voce risponde"Sei fantastico!". Il bambino era sorpreso, ma ancora non riusciva a capire cosa stesse succedendo. Così suo padre gli spiegò: "La gente lo chiama eco, ma in verità si tratta della vita stessa. La vita ti ridà sempre ciò che tu le dai: è uno specchio delle tue azioni. Vuoi amore? Dalle amore! Vuoi più gentilezza? Dalle più gentilezza! Vuoi comprensione e rispetto? Offrilo tu stesso. Se desideri che la vita sia paziente e rispettosa nei tuoi confronti, sii tu per primo paziente e rispettoso. Ricorda, figlio mio: questa legge di natura si applica a ogni aspetto delle nostre vita".

Nel bene e nel male, si riceve sempre ciò che si dà:
ciò che ci accade non sono buona o cattiva sorte,
 bensì lo spechio delle nostre azioni.

giovedì, novembre 10

Spirito santo



Vieni, Spirito Santo,
effondi su di noi la sorgente
delle tue Grazie e suscita una nuova
Pentecoste nella Tua Chiesa!







Infiamma con il Tuo fuoco,
fà che bruciamo e ci
consumiamo nel Tuo Amore!
Insegnaci a capire che Dio è tutto,
tutta la nostra felicità e la nostra gioia,
e che solo in Lui è il nostro presente,
il nostro futuro e la nostra eternità.







Vieni, a noi Spirito Santo,
e trasformaci, salvaci,
riconciliaci, consacraci!
Insegnaci ad essere totalmente di Cristo,
totalmente Tuoi, totalmente di Dio!
Questo te lo chiediamo
per intercessione di San Luigi Orione. Amen




Comunione Spirituale


Gesù mio, credo
fermamente che sei presente nel Santissimo Sacramento,
Ti amo sopra ogni cosa
e Ti desidero nell'anima mia,
poichè ora non posso riceverti nella Santa Comunione,
vieni almeno spiritualmente nel mio cuore.

[PAUSA DI SILENZIO]




Come già venuto, io
Ti abbraccio
e mi unisco totalmente a Te,
non permettere che io mi separi mai più da Te;
Eterno Padre, per le mani della Vergine Maria,
Ti offriamo il Corpo e il Sangue Preziosissimo di Gesù Cristo,
per il perdono dei nostri peccati,
in suffragio dei nostri defunti,
delle anime Sante del Purgatorio
e per i bisogni della Santa Madre Chiesa. Amen

Insegnaci


O Signore, tu ci hai dato il più grande esempio di donare e rinunciare: hai rinunciato alla tua vita sulla croce per donarti a noi.

Insegnaci a non aver paura di donare tutti noi stessi, e a rinunciare alle nostre cose perchè possiamo rellegrare chi ci sta attorno. Amen

Cosa ti darò?


Che ti darò, Signore, per tanti benefici?

Ti offrirò spiritualmente, ad ogni battito del mio cuore, i tuoi meriti infiniti, il tuo Prezioso Sangue e, con la Madonna, il mio sacrificio di amore con il tuo, la mia vita nell'amore.

Signore, che ti darò per tanto bene?

La mia povertà, la mia impotenza nell'amarti e per chiedere la grazia:
quella di amarti tanto! (Madre Guaini)

Aiutaci o Maria

O Vergine Immacolata,
primo e soave frutto di salvezza,
noi Ti ammiriamo e con Te celebriamo
le grandezze del Signore che ha fatto
in Te mirabili prodigi.
Guardando Te, noi possiamo capire
ed apprezzare l'opera sublime
della Redenzione e possiamo vedere nel loro risultato esemplare le ricchezze
infinite che Cristo, con il suo Sangue,
ci ha donato.

Aiutaci, o Maria, ad essere come Te, salvatori insieme con gesùdi tutti i nostri fratelli.

Aiutaci a portare agli altri
il dono ricevuto, ad essere "segni"
di Cristo sulle strade di questo nostro
mondo assetato di verità e di gloria,
bisognoso di redenzione e di salvezza.

Amen

Madre di Dio

Santa Maria, Madre di Dio, conservatemi un cuore di fanciullo, puro e limpido come acqua di sorgente. ottenetemi un cuore semplice che non si ripieghi ad assaporare le proprie tristezze, un cuore magnanimo nel donarsi, facile alla compassione; un cuore fedele e generoso, che non dimentichi alcun bene e non serbi rancore di alcun male. Formatemi un cuore dolce e umile, che mai senza esigere di essere riamato, contento di scomparirte in altri cuori sacrificandosi davanti al Vostro Figlio Divino; un cuore grande e indomabile così che nessuna ingratitudine lo possa chiudere e nessuna indifferenza lo possa stancare; un cuore tormentato dalla gloria di Gesù Cristo, ferito dal Suo amore con una piaga che non si trimargini, se non in cielo. (P.L. di Grandmaison S.J.)

domenica, novembre 6

Il Grillo parlante


Il Grillo-parlante simbolo della coscienza
Il Grillo-parlante è uno dei più geniali personaggi nel racconto di Pinocchio e assume un ruolo altamente simbolico poichè raffigura la voce della coscienza morale che "parla" al cuore dell'uomo. La sua voce si fa sentire anche quando non la si vuole ascoltare perchè dice cose sgradevoli. Il Grillo critica i pensieri e i comportamenti di Pinocchio, ma è pure così fragile da poter essere subito zittito. Così è pure la voce della coscienza: si propone senza sosta, ma non si impone. Siamo liberi di decidere anche contro di essa e contro il nostro bene.
Come il Grillo-parlante, anche la voce della coscienza può essere zittita ma annullata per sempre.

La voce della coscienza
La coscienza è come la parola: ciascuno di noi parla perchè qualcuno glielo ha insegnato. La capacità di parlare sta dentro di noi, ma si realizza solo con l'aiuto di qualcuno esterno a noi.
L'uomo è un essere che ha bisogno dell'aiuto di altri per diventare ciò che è in sè stesso. La coscienza è come un organo perchè è dentro di noi, appartiene al nostro essere, non è una cosa fatta fuori di noi. La coscienza ha bisogno di crescere, di essere formata, di esercitarsi. La coscienza è quindi una specie di senso interiore. Quando essa "funziona bene", ci rende capaci di riconoscere il bene e il male.
Il Concilio Vaticano II, in Gaudium et Spes n° 16, dà una bella definizione di coscienza: essa è una "voce, che chiama sempre l'uomo ad amare, a fare il bene e a fuggire il male, risuona nell'intimità del cuore" e chiede di essere obbedita. E continua: "La coscienza è il nucleo più segreto e il sacrario dell'uomo, dove egli si trova solo con Dio".

La formazione della coscienza
La coscienza va quindi formata. Come?:
  1. Interrogarsi spesso: questo atteggiamento si chiama anche "esame di coscienza" e consente di verificare quanto si è fatto lungo la giornata o la settimana.
  2. Dare ascolto e prestare attenzione al "dispiacere" o rimorso che rompe una falsa serenità di coscienza ed è un sintomo importante, come il dolore fisico per il corpo.
  3. Cercare di approfondire il "perchè" delle cose, senza appiattirsi su quello che dicono o fanno gli altri.
  4. Confrontarsi con il pensiero degli altri.
  5. Come per il linguaggio, anche la coscienza ha delle regole che occorre conoscere e rispettare.
(articolo rielaborato di don Ezio Bolis)

Fata Turchina

La Fata Turchina, immagine dell'amore materno


Il racconto di Pinocchio è costituito da una sequenza continua di disgrazie. In mezzo a tanti guai si staglia la figura materna e amorevole della Fata Turchina, la sola a confidare nelle possibilità del burattino (Dai ragazzi buoni di cuore, anche se un pò monelli e avvezzati male, c'è sempre da sperare qualche cosa). Soltanto lei è capace di perdonare. La Fata Turchina, unica presenza femminile del racconto, più che un personaggio è un'immagine d'amore.

I capelli turchini
La figura della Fata nel capitolo XXV assume i suoi tratti più tipici, quelli di una madre. Ella non ha nome; si chiama Turchina perchè ha i capelli azzurri. La Fata sfugge a ogni catalogazione entro l'universo femminile che quaggiù ci è dato di sperimentare. Una volta accettata tale natura "divera", non ci si meraviglia nel vedere che ella passi dalla vita alla morte e dalla morte alla vita, senza uscire mai di scena. Questi trapassi esprimono il variare degli stati d'animo di Pinocchio e della sua capacità di sintonizzarsi con lei.

La Fata chiede obbedienza
Appena viene riconosciuta come madre, la Fata chiede obbedienza. Pinocchio consente con fervore al principio dell'obbedienza, ma non gli garba nessuno dei contenuti.
L'obbedienza in astratto è valore che egli proclama ed esalta; ma non sopporta che, in nome dell'obbedienza, gli si diano ordini e direttive che non condivide. Può essere noiosa e sembrare opprimente, ma poichè nell'obbedienza, nella conoscenza, nella laboriosità sta il bene reale di Pinocchio, i principi che la Fata raccomanda sono da valorizzare e apprezzare.

L'importanza della madre per diventare figli

Con la comparsa della Fata entra nel rapporto padre-figlio un "principio femminile" che ormai sarà decisivo per il seguito della storia.
Per la prima volta Pinocchio dichiara in modo esplicito il desiderio di passare a una natura superiore. Questa aspirazione, che è uno dei temi fondamentali di tutta la storia, nasce in lui e si impone con crescente chiarezza solo dopo aver accettato la maternità della Fata. I burattini possono raggiungere le prerogative dell'uomo, solo in quanto riconoscono di avere un padre e si arrendono alla forza del suo affetto. Ma non è dato di aprirsi all'iniziativa d'amore del Padre se un amore materno non ci raggiunge e non scioglie le nostre durezze.

Il rimando alla Chiesa che è "madre"                            
Il cardinale Giacomo Biffi afferma che una persona arriva a scoprire di avere un padre, quando è premuto dalla tenerezza di una madre che lo rende un bambino docile. Anche nella vita di fede succede così: "Non può avere Dio per Padre, chi non ha la Chiesa per madre", diceva Tertulliano. Gli uomini, filosofi o meno, che hanno tentato di arrivare a Dio senza la Chiesa, sono sfociati, al massimo in un vago deismo. La maternità della Chiesa è uno dei punti più affascinanti del pensiero cristiano. Dire che la Chiesa è madre significa dire che gli uomini diventano figli di Dio in forza della "parola" ricevuta dalla Chiesa e del rito battesimale da lei amministrato.

La Fata, figura di ogni sollecitudine materna
Con la sua sollecitudine per la "salvezza" di Pinocchio, la Fata dai capelli turchini rinvia anzitutto alla Sapienza creatrice di Dio, la quale rappresenta il progetto e la premura esecutiva di Dio provvidente sul mondo; la fede popolare l'invoca come Provvidenza. Essa diventa anche l'immagine della Chiesa santa e immacolata (Ef 5,27), che ha il compito di guidare tutti gli uomini alla salvezza. Frutto squisito, primizia di questa salvezza è Maria. In lei si intravede il mistero di ogni donna che si china con sensibilità materna sulla vita umana per realizzare la sua vocazione specifica, fare del proprio figlio un figlio di Dio.
(rielaborazione di un articolo di don Ezio Bolis)



Uomo compagno di volo di Dio e degli uomini

Voglio ringraziarti; Signore, per il dono della vita. Ho letto da qualche parte che gli uomini sono angeli con un'ala soltanto: possono volare solo rimanendo abbracciati.
A volte, nei momenti di confidenza, oso pensare, Signore, che anche tu abbia un'ala soltanto.
L'altra, la tieni nascosta: forse per farmi Capire che anche tu non vuoi volare senza di me.
Per questo mi hai dato la vita: perchè io fossi tuo compagno di volo.
Insegnami, allora, a librarmi con te. Perchè vivere non è "trascinare la vita", non è "strappare la vita", non è "rosicchiare la vita". Vivere è abbandonarsi, come un gabbiano, all'ebbrezza del vento. Vivere è assaporare l'avventura della libertà. Vivere è stendere l'ala, l'unica ala, con la fiducia di chi sa di avere nel volo un partner grande come te!
Ma non basta saper volare con te, Signore, tu mi hai dato il compito di abbracciare il fratello per farlo volare.
Ti chiedo perdono, perciò, per tutte le ali che non ho aiutato a distendersi.
Non farmi passare indifferente vicino al fratello che è rimasto con l'ala, l'unica ala, inesorabilmente impigliata nella rete della miseria e della solitudine.
E sì è ormai persuaso di non essere più degno di volare con te.
Soprattutto per questo fratello sfortunato dammi, o Signore, un'ala di riserva. (don Tonino Bello)

La vita è una sarta

"Arlecchino era un bambino povero. Un giorno tornò a casa triste e la mamma gli chiese perchè. L'indomani era carnevale: tutti avrebbero avuto un vestito nuovo e lui non avrebbe avuto nulla da mettersi. La madre lo abbracciò e lo rassicurò. Arlecchino andò a letto rincuorato. La madre, che era sarta, prese la sua cesta di pezze colorate, rimasugli di altri vestiti, e passò la notte a cucirle una con l'altra. L'indomani Arlecchino aveva il vestito più bello e originale. Tutti gli altri bambini erano meravigliati e gli chiedevano dove l'avesse comprato, ma lui taceva per custodire il segreto della madre, che aveva passato la notte a cucire quelle pezze colorate: bianco, rosso, blu, giallo, verde, arancione, viola,... E capì che non era povero, perchè sua mamma gli voleva bene più di qualunque altra  e quel vestito era la dimostrazione".

In fondo, tutta la vita non fa altro che ritagliarti un vestito multicolore, a costo di tante notti insonni, notti di rimasugli di altre vite cuciti insieme. Proprio quando ci sentiamo più poveri la vita, come una madre, sta cucendo per noi il vestito più bello. (D'Avenia, "bianca come la neve rossa come il sangue" )


Ed egli mi ha detto: «Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza». Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole, è allora che sono forte. (2Cor. 12,9-10)

Viaggiatori verso il Paradiso

Orario
Partenza: a tutte le ore.
Arrivo: quando Dio vuole.

Prezzi
classe: innocenza e martirio.
classe: penitenza e confidenza in Dio.
classe: pentimento e rassegnazione.

Avvisi
Non vi sono gite di piacere.
Non vi sono biglietti di andata e ritorno.
I bambini non pagano nulla, purchè stiano sulle ginocchia della loro Madre, la Chiesa.
Si è pregati di non portare altro bagaglio che quello delle buone opere, se non si vuole perdere il treno o soffrire un ritardo alla penultima stazione.


Quest0orario è per tutte le stagioni, per tutti i luoghi, per tutti gli uomini. Neppure i sovrani possono staccare un treno speciale per loro. (da una stampa del 1899 del S. Eremo di Camaldoli)