Gratis

Gratis
GRATUITAMENTE AVETE RICEVUTO, GRATUITAMENTE DATE, (Mt 10,8b). Noi abbiamo solo il presente da vivere e in questo tempo ci giochiamo la nostra vita, la nostra eternità, il nostro destino (E. Olivero)

sabato, aprile 21

Le chiavi del prete

1.      È richiesto un legame interiore, anzi, una conformazione a Cristo, e in questo necessariamente un superamento di noi stessi, una rinuncia a quello che è solamente nostro, alla tanto sbandierata autorealizzazione. È richiesto che noi, non rivendichiamo la nostra vita per se stessi, ma la mettiamo a disposizione di un altro, di Cristo. Che non domandi: che cosa ne ricavo per me? Bensì: che cosa posso dare io per Lui e così per gli altri? Concretamente: come deve realizzarsi questa conformazione a Cristo, il quale non domina, ma serve: non prende, ma dà.

2.      La conformazione a Cristo è il presupposto di ogni vero rinnovamento. A volte Cristo ci appare a volte troppo elevato e troppo grande. Per questo ha provveduto a “traduzioni” in ordine di grandezza più accessibili e più vicini a noi. I santi ci indicano come funziona il rinnovamento e come possiamo metterci al suo servizio.

3.      I sacerdoti sono amministratori dei misteri di Dio (1Cor 4,1) e che ci spetta il ministero dell’insegnamento. Per poter vivere ed amare la nostra fede, per poter amare Dio e quindi diventare capaci di ascoltarLo in modo giusto, dobbiamo sapere che cosa Dio ci ha detto; la nostra ragione ed il nostro cuore devono essere toccati dalla sua parola.

4.      Ogni nostro annuncio deve misurarsi sulla parola di Gesù Cristo: “La mia dottrina non è mia” (Gv 7,16). Non annunciamo teorie ed opinioni private, ma la fede della Chiesa della quale siamo servitori. Non appartengo a me stesso proprio per il fatto che vado al di là di me stesso e mediante il superamento di me stesso riesco ad inserirmi in Cristo e nel suo Corpo che è la Chiesa. Non reclamizzo me stesso, ma dono me stesso.

5.      Lo zelo per le anime. È un’espressione fuori moda, che oggi quasi non viene più usata. I sacerdoti si devono occupare dell’uomo intero (l’uomo è un’unità, destinata con corpo e anima all’eternità), delle sue necessità fisiche, anche delle necessità dell’anima. Si preoccupano della salvezza degli uomini in corpo e anima. Le persone non devono mai avere la sensazione che i sacerdoti compiano coscienziosamente il nostro orario di lavoro, ma prima e dopo apparteniamo solo a noi stessi. Un sacerdote non appartiene mai a se stesso. Le persone devono percepire il nostro zelo, mediante il quale diamo una testimonianza credibile per il Vangelo di Gesù Cristo.
(stralci dell’omelia di Benedetto XVI, Giovedì Santo, 5 aprile 2012)

Nessun commento:

Posta un commento