La Quaresima è un forte invito a contemplare il Crocifisso Risorto, il quale è la speranza dei cristiani, speranza di cui hanno bisogno tutti gli uomini. La Chiesa esorta a non distogliere gli occhi da Lui perché la nostra vita respiri della Sua Presenza, Forza.
Il Crocefisso c'insegna ad adorare Gesù nei nostri cuori e dare al mondo ragione della Speranza che è in noi, perché "i nostri Vangeli sono racconti della Passione con una lunga introduzione, la vita pubblica" [Kahler].
Molte volte la croce, è vista con occhi di paura, di rifiuto perché ci ricorda il dolore, le prove, la sconfitta, la malattia, la morte; l'uomo continua ad esorcizzare la croce, l'addolcisce, toglie i segni della violenza perché la croce urta, è scomoda, ferisce.
Noi cristiani siamo chiamati a leggere la croce come una parola d'amore di Dio in Gesù, e vedere in essa l'estremo appello della Misericordia divina per convertirsi alla volontà del Padre.
Davanti alla croce siamo davanti al difficile equilibrio tra la morte e la vita. Di fronte alla croce siamo di fronte alla vita e al suo significato più pieno.
Tutto però non cancella il dolore. Don Orione c'invita a conoscere la croce come unica nostra speranza, a portarla sul cuore e non sulla pelle o al collo, ma a prostrarci dinanzi ad essa in adorazione.
Per don Orione la devozione più grande è quella per Gesù crocifisso. Lui stesso nella sua stanzetta volle sempre e solo il crocifisso. Gesù è qualificato nella sua identità dalla croce: il racconto della passione è la parte determinante e decisiva, mentre il ministero pubblico è come un antefatto che lo prepara e trova in esso la sua spiegazione.
La croce non obbliga a rinnegare il piacere ma a sottometterlo alla volontà di dio, perché Dio non vuole togliere all'uomo il piacere, ma preservarlo dal dolore e dalla morte, perché dire "Gesù è il Signore", implica una scelta personale, porlo come ragione di vita.
La contraddizione più forte dell'uomo non è l'equilibrio tra la vita e la morte, ma tra il vivere "per il Signore" e il "vivere per se stessi", che è il nuovo nome della morte.
Molte volte le nostre preghiere e le nostre buone azioni sono per salvarci la pelle, facciamo fatica ad accettare di essere mortali. La croce non invita a sentire ma a cambiare la visione dell'uomo e di Dio, per diventare pienamente uomini come Gesù, per scegliere un Dio che rinunzia ad essere, assoluto potere, per mostrarsi come assoluto amore che cresce donandosi.
Ai piedi della croce c'è tutta l'umanità: amici, nemici, curiosi. Molti uomini non capiscono che optare per il bene infinito o per il male infinito è un'opzione infinita; per questo Gesù chiede perdono per l'uomo, offre la sua compagnia, apre le porte della salvezza.
Il crocifisso è il Libro spalancato della Misericordia di Dio! Il crocifisso ci salva da un'idea di Dio onnipotente e magico, proiezione dei nostri desideri, della nostra immagine che vogliamo mostrare; dall'idea dell'uomo potente che distrugge tutto per affermarsi anche a scapito dell'altro.
Allora il nostro pentimento non è più un senso di colpa, ma scatta davanti all'evidenza del suo Amore.
Don Orione scriveva che il crocifisso è il vero centro d'unione, la nostra ancora, il nostro libro, la nostra scienza, il nostro tutto.
Dio non è più nascosto! Allora la nostra risposta tale amore sarà l'amore, la nostra carità sarà un dolcissimo e folle amore di Dio, degli uomini; è la logica del chicco che muore per dare frutti, solo così saremo persone ed una comunità che porta avanti la sua azione pastorale e scopre il progetto di Dio che ha riservato per ognuno di noi.
Il crocifisso è il grande libro sul quale si sono formati i santi, e sul quale noi pure dobbiamo formarci; tutti gl'insegnamenti contenuti nei Vangeli sono riassunti nel crocifisso.
Per conformarsi a Cristo, per conformare i nostri pensieri, sentimenti, la nostra persona abbiamo bisogno di un continuo e personale rapporto con il cuore di Cristo, perché Lui è la vera sorgente di fiducia e pace, l'unico terapeuta di ogni paura.
Gesù, il crocifisso è risorto! Questa è la speranza viva che la Chiesa offre e i credenti devono annunciare e portare una Grazia che non possiedono, ma sono i primi ad essere beneficiati. Il crocifisso è la speranza vera; in Gesù crocifisso contempliamo, impariamo, ascoltiamo la logica di Dio che ama fino a morire per ogni uomo gratis.
Per don Orione la devozione più grande è quella per Gesù crocifisso. Lui stesso nella sua stanzetta volle sempre e solo il crocifisso. Gesù è qualificato nella sua identità dalla croce: il racconto della passione è la parte determinante e decisiva, mentre il ministero pubblico è come un antefatto che lo prepara e trova in esso la sua spiegazione.
La croce non obbliga a rinnegare il piacere ma a sottometterlo alla volontà di dio, perché Dio non vuole togliere all'uomo il piacere, ma preservarlo dal dolore e dalla morte, perché dire "Gesù è il Signore", implica una scelta personale, porlo come ragione di vita.
La contraddizione più forte dell'uomo non è l'equilibrio tra la vita e la morte, ma tra il vivere "per il Signore" e il "vivere per se stessi", che è il nuovo nome della morte.
Molte volte le nostre preghiere e le nostre buone azioni sono per salvarci la pelle, facciamo fatica ad accettare di essere mortali. La croce non invita a sentire ma a cambiare la visione dell'uomo e di Dio, per diventare pienamente uomini come Gesù, per scegliere un Dio che rinunzia ad essere, assoluto potere, per mostrarsi come assoluto amore che cresce donandosi.
Ai piedi della croce c'è tutta l'umanità: amici, nemici, curiosi. Molti uomini non capiscono che optare per il bene infinito o per il male infinito è un'opzione infinita; per questo Gesù chiede perdono per l'uomo, offre la sua compagnia, apre le porte della salvezza.
Il crocifisso è il Libro spalancato della Misericordia di Dio! Il crocifisso ci salva da un'idea di Dio onnipotente e magico, proiezione dei nostri desideri, della nostra immagine che vogliamo mostrare; dall'idea dell'uomo potente che distrugge tutto per affermarsi anche a scapito dell'altro.
Allora il nostro pentimento non è più un senso di colpa, ma scatta davanti all'evidenza del suo Amore.
Don Orione scriveva che il crocifisso è il vero centro d'unione, la nostra ancora, il nostro libro, la nostra scienza, il nostro tutto.
Dio non è più nascosto! Allora la nostra risposta tale amore sarà l'amore, la nostra carità sarà un dolcissimo e folle amore di Dio, degli uomini; è la logica del chicco che muore per dare frutti, solo così saremo persone ed una comunità che porta avanti la sua azione pastorale e scopre il progetto di Dio che ha riservato per ognuno di noi.
Il crocifisso è il grande libro sul quale si sono formati i santi, e sul quale noi pure dobbiamo formarci; tutti gl'insegnamenti contenuti nei Vangeli sono riassunti nel crocifisso.
Per conformarsi a Cristo, per conformare i nostri pensieri, sentimenti, la nostra persona abbiamo bisogno di un continuo e personale rapporto con il cuore di Cristo, perché Lui è la vera sorgente di fiducia e pace, l'unico terapeuta di ogni paura.
Gesù, il crocifisso è risorto! Questa è la speranza viva che la Chiesa offre e i credenti devono annunciare e portare una Grazia che non possiedono, ma sono i primi ad essere beneficiati. Il crocifisso è la speranza vera; in Gesù crocifisso contempliamo, impariamo, ascoltiamo la logica di Dio che ama fino a morire per ogni uomo gratis.
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