"Il giovane, diceva Lacordaire, è sempre di chi lo illumina e di chi lo ama". Ed è così. Il giovane ha bisogno di persuadersi che siamo interessati a fargli del bene, e che viviamo non per noi, ma per lui; che gli vogliamo bene sinceramente, e non per interesse, ma perchè questa è la nostra vita, perchè lui è tanta parte della nostra stessa vita e il suo bene costituisce la nostra missione ed il nostro intento e affetto in Cristo. Egli deve comprendere che viviamo per lui; che il suo bene è il nostro bene; che le sue gioie sono le nostre gioie, e le sue pene, i suoi dolori sono pene nostre e nostri sono i suoi dolori. Egli deve anche sentire che siamo pronti a fare per lui dei sacrifici, e a veramente sacrificarci per la sua felicità e per la sua salvezza. Il giovane deve sentire questo: deve sentire attorno a sè un'atmosfera buona, un soffio caldo d'affetto puro, illibato e santo, di fede e di carità cristiana, ed allora sarà nostro. [Don Orione, LI, pg 240ss]
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