Se c’è un Re, è un Re all’inverso, potremmo dire: si lascia acclamare il giorno delle Palme, ma salito su di un asino, la cavalcatura dei poveri. La sua forza si manifesta nella dolcezza, la sua onnipotenza nell’impotenza di un condannato inchiodato su una croce, l’Altissimo si è fatto il Bassissimo. È nella derisione che è chiamato Re: rivestito di un ridicolo mantello regale e coronato di spine.
Ma è in quest’abbassamento che risplende la regalità dell’amore – amore capace di trasfigurare le persone ed il mondo intero.
Nessun commento:
Posta un commento