Se Gesù amò tanto la vita
fino a vestire la sua estrema carne,
fino a diventare bambino,
fino a diventare uomo,
uomo di una madre sconosciuta,
se Gesù diventò l’uomo per eccellenza,
come poté mangiare
anche la sua morte?
Egli la divorò a larghi sorsi,
egli prese le sue labbra,
egli le baciò senza timore,
egli fu il supremo amante
della morte.
E fu uomo profeta
che in vita conobbe
morte e resurrezione,
in un giubilo di Pasqua
che lo fece Re.
Ecco chi era mio figlio:
un duro grano d’amore.
Alda Merini, da Magnificat,
un incontro con Maria, ed. Frassinelli, 2008
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