<<A ridere c’è il rischio di
apparire sciocchi.>> Bene, e con questo? Gli sciocchi si divertono un mondo.
<<A piangere c’è il rischio
di essere chiamati sentimentali.>>
Naturalmente io sono sentimentale. Mi piace! Le lacrime possono essere d’aiuto.
<<A stabilire il contatto con
un altro c’è il rischio di farsi coinvolgere.>> Chi rischia di
farsi coinvolgere? Io voglio essere coinvolto.
<<A
mostrare i vostri sentimenti c’è il rischio di mostrare il vostro vero io.>> Che altro ho da
mostrare?
<<A
esporre le vostre idee e i vostri sogni davanti alla folla c’è il rischio d’essere chiamati
ingenui.>> Oh, mi hanno chiamato con epiteti ben peggiori.
<<Ad
amare c’è il rischio di non essere corrisposti.>>
Io non amo per essere corrisposto.
<<A
vivere c’è il rischio di morire.>>
Sono pronto. Non azzardatevi a versare una lacrima se
sentite dire che Buscaglia è saltato in aria o è crepato. L’ha fatto
con entusiasmo.
<<A
sperare c’è il rischio della disperazione e a tentare c’è il rischio del fallimento.>>
Ma bisogna correre i rischi,
perché il rischio più grande nella vita è non
rischiare nulla. La persona che non rischia nulla non fa nulla, non
ha nulla, non è nulla e non diviene nulla. Può evitare la
sofferenza e l’angoscia, ma non può imparare e sentire e cambiare e
progredire e amare e vivere. Incatenata dalle sue certezze, è schiava. Ha rinunciato alla
libertà. Solo la persona che rischia è veramente libera.