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Una
Chiesa pienamente sottomessa alla Parola di Dio, nutrita e liberata da
questa Parola.
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Una
Chiesa che mette l’Eucaristia al centro della sua vita, che contempla il
suo Signore, che compie tutto quanto fa “in memoria di Lui” e modellandosi sulla
Sua capacità di dono.
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Una
Chiesa che non tema di utilizzare strutture e mezzi umani, ma che se ne
serve e non ne diviene serva.
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Una
Chiesa che desidera parlare al mondo di oggi, alla cultura, alle diverse
civiltà, con la parola semplice del Vangelo.
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Una
Chiesa che parla più con i fatti che con le parole; che non dice se non
parole che partano dai fatti e si appoggino ai fatti.
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Una
Chiesa attenta ai segni della presenza dello Spirito nei nostri tempi,
ovunque si manifestino.
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Un a
Chiesa consapevole del cammino arduo e difficile di molta gente oggi, delle
sofferenze quasi insopportabili di tanta parte dell’umanità, sinceramente
partecipe delle pene di tutti e desiderosa di consolare.
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Una
Chiesa che porta la parola liberatrice e incoraggiante dell’Evangelo a
coloro che sono gravati da pesanti fardelli.
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Una
Chiesa capace di scoprire i nuovi poveri e non troppo preoccupata di
sbagliare nello sforzo di aiutarli in maniera creativa.
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Una
Chiesa che non privilegia nessuna categoria, né antica né nuova, che
accoglie ugualmente giovani e anziani, che educa e forma tutti i suoi figli
alla fede e alla carità e desidera valorizzare tutti i servizi e ministeri
nella unità della comunione.
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Una
Chiesa umile di cuore, unita e compatta nella sua disciplina, in cui Dio
solo ha il primato.
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Una
Chiesa che opera un paziente discernimento, valutando con oggettività e
realismo il suo rapporto con il mondo, con la società di oggi; che spinge alla
partecipazione attiva e alla presenza responsabile, con rispetto e deferenza
verso le situazioni, ma che ricorda bene la parola di Pietro:
“E’ meglio obbedire a Dio che agli uomini”
(At 4,19)
(C. M. Martini)