A rispondere alla nostra domanda natalizia di pace e di felicità non è né un sentimento, né un precetto, né una dottrina: è il Dio bambino. La Vergine Santissima lo stringe a sé, San Giuseppe accudisce i due. Per l'avvenimento di questa nuova famiglia che nasce si muovono gli Angeli e i pastori. I Magi da lontano hanno attraversato vie impervie. Questo inerme Bambino ha suscitato l'odio dei potenti che hanno versato il sangue di tanti innocenti, figura del destino di croce che fin dall'inizio segna il cammino del Dio fatto uomo sulla nostra terra. Nascita e morte, gli ingredienti della vita di ognuno di noi. Gioie e dolori, nostra quotidiana esperienza. A nulla si è sottratto il Dio con noi, senza intaccare in alcun modo il cammino della libertà di ogni uomo, qualunque sia il tempo e lo spazio cui appartiene. Senza impedire il genio creativo dell'intelligenza di cui lo ha dotato. Senza intralciare i tentativi di costruire vita buona nella famiglia umana. Egli è con noi fragile come un bimbo, destinato alla croce. Ma la sua croce non è sconfitta: è suprema manifestazione d'amore. Noi adoriamo questo bambino oggi, dopo 2000 anni, perché è risorto e vivo. È con noi qui ed ora. (Lettera natalizia 2011, Card. Angelo Scola)
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