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GRATUITAMENTE AVETE RICEVUTO, GRATUITAMENTE DATE, (Mt 10,8b). Noi abbiamo solo il presente da vivere e in questo tempo ci giochiamo la nostra vita, la nostra eternità, il nostro destino (E. Olivero)

domenica, marzo 9

Lc 1,26-38


Dimmi cosa attendi…
L’attesa pretende il silenzio, perché Dio è allergico al rumore! Se noi smettiamo di parlare diamo un’opportunità a Dio. La preghiera e la contemplazione sono la risposta all’amore di Dio, questi due aspetti nascono da un’esperienza profonda d’amore.
Attendere: aspettare, ascoltare attentamente, far bene attenzione, mantenere (quanto si è promesso), dedicarsi. ATTESA indica che c’è qualcosa d’aspettare?! È un atteggiamento carico di tensione, base dell’uomo. Chi attende non s’annoia, perché è orientato verso una meta, quale? La meta dell’attesa è una festa, la festa del nostro entrare in comunione con Dio.
Perché anche Dio attende noi? Perché ci apriamo alla vita e all’amore. Il DNA dell’uomo, tutta la vita è accompagnata dall’attesa e dal desiderio che arrivi qualcosa o qualcuno.
L’attesa è tempo trascorso nell’aspettare (più passiva), è uno stato d’animo di chi attende il realizzarsi di qualcosa di conforme alle proprie speranze (ci fa sentire attori, siamo i primi protagonisti della nostra vita, ci mette in gioco pieni di speranza verso la vita), ci sentiamo vivi! Noi viviamo il nostro presente sempre e solo alla luce di un certo futuro. Seminiamo oggi per raccogliere domani, ecco perché da ciò che attendi…si capisce chi sei!
Perché l’uomo aspetta? Molte volte l’uomo non sa aspettare. L’attesa è qualcosa che ci fa andare avanti, qualcosa che ci fa crescere, sognare, sperare, l’attesa è il tema dominante nella nostra vita. Attendere Gesù è ciò che qualifica il cristiano:
·      Non assopito come il mondo,
·      Non con la mano chiusa,
·      Non spenta la lampada della speranza con l’olio delle sue buone opere.
Attendiamo alla festa, è la lieta notizia di un amore che si dona gratuitamente.
La risposta di un Dio che viene a condividere la nostra vita. Il natale diviene festa dell’attesa nella speranza. Sappiamo ancora attendere?
Silenzio: metto a fuoco solo un punto.
Pazienza: perdere tempo per un evento o una persona, per cui attivi tutte le tue potenzialità e le tue energie per andargli incontro.
Gesù c’invita a coltivare una vigilanza motivata dal desiderio e dall’amore, non dal calcolo e dalla misura. Non dobbiamo correre su un monte aspettando la fine del mondo, ma piuttosto ricordarsi di vigilare. Ti sto aspettando in silenzio…per ascoltare.
Il mondo, pieno di rumore, soffoca l’urlo dei piccoli, noi viviamo con gli occhi fissi sull’orologio, oggi l’uomo è incapace di ascoltare.
Ma ascoltare cosa? L’universo, l’altro, il proprio cuore, Dio che non cessa mai di comunicare.
UOMO IMPARA  AD ASCOLTARE per non rischiare  di sentire dire:
·      Non dare sempre consigli perché non fai ciò che ti chiedo.
·      Non fare l’elenco delle tue analisi perché calpesti le mie sensazioni.
·      Non risolvermi i problemi perché mi deludi.
Per molti solo la preghiera funziona, perché Dio è muto, non vende consigli, ne prova ad aggiustare le cose al posto tuo; Egli ti ascolta e aiuta a cercare in te la soluzione, Convertiti!
La Chiesa vigila non solo perché attende l’incontro definitivo ma perché sa di essere già accompagnata dal suo Buon Pastore e nella vigilanza vuole accoglierne la presenza per seguirlo nell’amore.
Nulla di nuovo sotto questo cielo. La musica non cambia. Di fronte a noi c’è l’angelo di Dio e ci chiede se vogliamo credere al Dio che viene:
·      Nella nostra piccola vita,
·      Nei nostri piccoli incontri e scontri,
·      Le nostre piccole preoccupazioni,
·      Nelle nostre gioie molto concrete.
Troviamo il coraggio e la pazienza per frugare dentro la nostra vita e vedere se ci può essere questa sorpresa? Vuoi incontrare Dio? Perché dobbiamo attendere non solo aspettare!
L’attesa allarga il cuore perché io sento che non basto a me stesso nell’attesa usciamo da noi stessi, verso colui che tocca il  ostro cuore, calma le nostre attese. Colui che verrà alla fine dei tempi nella gloria è venuto nell’umiltà di Betlemme e continua a venire in ogni istante nella storia negli eventi, nelle persone, nella sua Parola, nell’azione dei suoi discepoli, soprattutto nei Sacramenti.
Attendere non è solo aspettare ma come dice l’etimologia della parola: ad-tendere, cioè tendere a…, volgere l’animo e la mente, protendersi verso…
Verso Colui che
·      viene e verrà,
·      è la nostra speranza,
·      è la terra promessa abbandonando le nostre piccole sazietà,
·      è il tesoro nascosto e la perla preziosa che ci fa vendere ogni altro bene.
La sua attesa ci fa vivere la sua promessa: “verrò presto!”, ci fa guardare lontano…all’essenziale.
Nell’Immacolata Concezione si rinnova la fedeltà dell’uomo a Dio, la fiducia della creatura al Creatore, la disponibilità e l’apertura all’amore e alla Bellezza dell’Eterno. Oggi Maria Immacolata si rivolge a noi dicendo: “Abbi il coraggio di osare con Dio! Provaci! Non aver paura di Lui! Abbi il coraggio di rischiare con la fede! Abbi il coraggio di rischiare con la bontà! Abbi il coraggio di rischiare con il cuore puro! Compromettiti con Dio, allora vedrai che proprio con ciò la tua vita diventa ampia e illuminata, piena d’infinite sorprese, perché la bontà infinita di dio non si esaurisce mai”. (Benedetto XVI, 8/12/2005)

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