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domenica, marzo 9

Rispetto


È una parola semplice, molto usata, capita ma difficile da spiegare.
Dal latino: guardarsi intorno. Sono sul treno e sto parlando al cellulare ad alta voce posso non mancare di rispetto oppure dare fastidio e rischiare di essere ripreso. La differenza sta nel fatto che se nel vagone del treno sono da solo oppure ci sono altre persone.
Allora non siamo liberi di fare ciò che ci piace? No, perché liberi vuol dire seguire la propria coscienza ma modificando le proprie abitudini sbagliate.
C’è il rischio di cadere in due estremi:
A-   Sfacciataggine, scortesia, maleducazione, invadenza.
B-   Paura che succeda qualcosa che non si desidera, diffidenza, si da troppo peso all’opinione degli altri, mettendola al primo posto, prima delle norme morali.
Casi di anti-rispetto:
·      L’ingiustizia: con la scusa di non fare differenze, non diamo a ciascuno ciò che gli spetta.
·      Il silenzio: quando non diciamo ciò che pensiamo quando dovremo farlo.
·      La disparità: quando qualcuno si prende più diritti degli altri, senza un vero, reale motivo, fondamento. Quando qualcuno subisce o vive la propria inferiorità senza reagire in modo equilibrato.
·      La mancanza di solidarietà: quando non condividiamo, idee, responsabilità, beni, tempo, preoccupazioni, gioie.
Guardiamo chi c’è intorno perché viviamo sapendo di non essere soli.

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