È una parola semplice, molto usata, capita ma difficile da
spiegare.
Dal latino: guardarsi
intorno. Sono sul treno e sto parlando al cellulare ad alta voce posso non
mancare di rispetto oppure dare fastidio e rischiare di essere ripreso. La
differenza sta nel fatto che se nel vagone del treno sono da solo oppure ci
sono altre persone.
Allora non siamo liberi di fare ciò che ci piace? No, perché
liberi vuol dire seguire la propria coscienza ma modificando le proprie
abitudini sbagliate.
C’è il rischio di cadere in due estremi:
A-
Sfacciataggine, scortesia, maleducazione,
invadenza.
B-
Paura che succeda qualcosa che non si desidera,
diffidenza, si da troppo peso all’opinione degli altri, mettendola al primo
posto, prima delle norme morali.
Casi di anti-rispetto:
·
L’ingiustizia:
con la scusa di non fare differenze, non diamo a ciascuno ciò che gli spetta.
·
Il
silenzio: quando non diciamo ciò che pensiamo quando dovremo farlo.
·
La
disparità: quando qualcuno si prende più diritti degli altri, senza un
vero, reale motivo, fondamento. Quando qualcuno subisce o vive la propria
inferiorità senza reagire in modo equilibrato.
·
La
mancanza di solidarietà: quando non condividiamo, idee, responsabilità,
beni, tempo, preoccupazioni, gioie.
Guardiamo chi c’è
intorno perché viviamo sapendo di non essere soli.
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