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GRATUITAMENTE AVETE RICEVUTO, GRATUITAMENTE DATE, (Mt 10,8b). Noi abbiamo solo il presente da vivere e in questo tempo ci giochiamo la nostra vita, la nostra eternità, il nostro destino (E. Olivero)

sabato, gennaio 1

Madre di Dio

Dio, Sapienza Increata, per darci la Sapienza Incarnata che è Gesù Cristo, si è servito di Maria, Sapienza Creata.
(Bulgakov)

Pace

Solo l'uomo riconciliato con Dio può essere riconciliato e in armonia anche con se stesso e solo l'uomo riconciliato con dio e con se stesso può portare la pace intorno a sè e in tutto il mondo. [...] L'impegno per stare in pace con Dio è una parte imprescindibile (per il cristiano) dell'impegno per la "pace sulla terra", di lì derivano i criteri e le forze necessari per questo impegno. Laddove l'uomo perde di vista Dio, anche la pace decade e la violenza prende il sopravvento.
(tratto dal libro: "Gesù di Nazaret" di Benedetto XVI)

Lc 2,16-21

Maria medita e serba nel cuore, cioè contempla il Volto del Signore. E noi dove troviamo il Signore? Davanti a questa domanda subito ci difendiamo dicendo: "non sono degno, sono troppo un peccatore", "non ho tempo per queste cose", "non capisco", "non vedo risultati", "sono cose desuete, vecchie", "finisco tardi al lavoro e poi ho altri mille impegni", "non sento niente", la lista sarebbe interminabile.... Ma è questione di priorità, Facciamo molti calcoli, aspettiamo chissà cosa per essere pronti ma basta iniziare, siamo troppo figli della nostra società e cultura, del tempo: troppo materialisti e tutto fast food, tutto subito, se abbiamo il raffreddore vogliamo che con solo una pastiglia passi tutto; troppo individualisti, ma nessuno a vietato di fare le cose, anche quello dello spirito, con gli altri. E allora dove noi uomini del 2011 troviamo Dio? Perchè per Maria è stato facile, lo aveva lì davanti, è carne della sua carne, Dio l'aveva predestinata e preservata e noi come dove lo cerchiamo?
Lo troviamo nella Parola di Dio, se ci abituiamo a leggerla, a meditarla, a ruminarla come la mucca fa con l'erba che mangia allora la nostra vita sarà veramente trasformata, le nostre giornate saranno intessute di Parola di Dio e le nostre azioni diventeranno preghiera.
Lo troviamo nell'Adorazione Eucaristica, nel silenzio, nella preghiera e alla sua presenza il Signore si manifesterà a noi e noi troveremo l'inizio e la fine di ogni cosa, il fine di quello che viviamo e ci capita.
Gioco - Forza è mettere in pratica un verbo fondamentalissimo: lo stare, come Maria stava davanti alla mangiatoia, come Maria stava ai piedi della croce, io guardo Lui e Lui guarda me, accettando i tempi di Dio e sarà Lui che scalderà il nostro cuore; molte volte Dio deve scrostare con piccone e martello oppure con il martello pneumatico il nostro cuore da tutte le nostre impalcature, idee e strutture culturali prima che noi possiamo adorarlo, e per questo che ci vuole tempo e pazienza, solo a questo punto saremo come i pastori che abbracceremo con il cuore il nostro Re fatto Bambino.
L'altro modo di contemplare Dio è nel volto degli altri. Ma chi sono gli altri? Sono tutti, ma proprio tutti, quelli che meritano e quelli no, perchè Dio è nato e morto per tutti nessuno escluso.
L'evangelista Luca descrive Maria come la Vergine silenziosa in costante ascolto della Parola di Dio. Maria conserva la Parola del suo Creatore e impara a comprenderla, impariamo pure noi a diventare attenti e docili discepoli di Gesù perchè con l'aiuto di Maria aumenti il nostro impegno nel cantiere della Pace, alla sequela di cristo, Principe della Pace. Solo se saremo riconciliati con Dio lo saremo con noi stessi e con gli altri, perchè solo in Lui troveremo i criteri per essere costruttori ed operatori di pace, perchè il nostro essere uomini di fede e testimoni sia una risposta a ciò che Dio ha fatto per noi, cioè nel suo sangue ci ha liberati, ci ha chiamati uno a uno e ci ha resi figli di Dio e fratelli fra noi.

venerdì, dicembre 31

Non stancarti a cercare

Un giorno il piccolo Jeschiel ando’ a lamentarsi da suo nonno, il famoso rabbino Baruch. “Stavo giocando a noscondino con il mio amichetto. Mi ero nascosto cosi’ bene che lui non riusciva a trovarmi. Poi lui ha smesso di cercarmi e se ne e’ andato. Non si fa cosi’!”. Il nonno cerco’ di consolarlo: “Non si fa cosi’. Con Dio e’ la stessa cosa: Lui si e’ nascosto e noi uomini non andiamo a cercarlo”.
[Storiella ebraica per spiegare il Natale, usata da Joseph Ratzinger]

giovedì, dicembre 30

Di chi è la festa ..

Nello scasso profondo dei nuclei familiari Natale arriva come un faro sui cocci e fa brillare i frantumi. Si aggiungono intorno alla tavola apparecchiata sedie vuote da tempo. Per una volta all’anno, come per i defunti, si va in visita al cerchio spezzato.
Natale è l’ultima festa che costringe ai conti. Non quelli degli acquisti a strascico, fino a espiare la tredicesima, fino a indebitarsi. Altri conti e con deficit maggiori si presentano puntuali e insolvibili. I solitari scontano l’esclusione dalle tavole e si danno alla fuga di un viaggio se possono permetterselo, o si danno al più rischioso orgoglio d’infischiarsene.
Ma la celebrazione non dà tregua: vetrine, addobbi, la persecuzione della pubblicità da novembre a febbraio preme a gomitate nelle costole degli sparpagliati. Natale è atto di accusa. Perfino Capodanno è meno perentorio, con la sua liturgia di accatastati intorno a un orologio con il bicchiere in mano. Natale incalza a fondo i disertori.
Ma è giorno di nascita di chi? Del suo contrario, spedito a dire e a lasciare detto, a chi per ascoltarlo si azzittiva. Dovrebbe essere festa del silenzio, di chi tende l’orecchio e scruta con speranza dentro il buio. Converge non sopra i palazzi e i centri commerciali, ma sopra una baracca, la cometa. Porta la buona notizia che rallegra i modesti e angoscia i re.
La notizia si è fatta largo dentro il corpo di una ragazza di Israele, incinta fuorilegge, partoriente dove non c’è tetto, salvata dal mistero di amore del marito che l’ha difesa, gravida non di lui. Niente di questa festa deve lusingare i benpensanti. Meglio dimenticare le circostanze e tenersi l’occasione commerciale. Non è di buon esempio la sacra famiglia: scandalo il figlio della vergine, presto saranno in fuga, latitanti per le forze dell’ordine di allora.
Lì dentro la baracca, che oggi sgombererebbero le ruspe, lontano dalla casa e dai parenti a Nazareth, si annuncia festa per chi non ha un uovo da sbattere in due. Per chi è finito solo, per il viandante, per la svestita sul viale d’inverno, per chi è stato messo alla porta e licenziato, per chi non ha di che pagarsi il tetto, per i malcapitati è proclamata festa. Natale con i tuoi: buon per te se ne hai. Ma non è vero che si celebra l’agio familiare. Natale è lo sbaraglio di un cucciolo di redentore privo pure di una coperta. Chi è in affanno, steso in una corsia, dietro un filo spinato, chi è sparigliato, sia stanotte lieto. È di lui, del suo ingombro che si celebra l’avvento.
È contro di lui che si alza il ponte levatoio del castello famiglia, che, crollato all’interno, mostra ancora da fuori le fortificazioni di Natale.  (Erri De Luca)