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GRATUITAMENTE AVETE RICEVUTO, GRATUITAMENTE DATE, (Mt 10,8b). Noi abbiamo solo il presente da vivere e in questo tempo ci giochiamo la nostra vita, la nostra eternità, il nostro destino (E. Olivero)

sabato, novembre 1

Santi o morti, o...?

 La notte del 31 ottobre un gioco: travestiti da morti vagavano nelle strade, quasi a voler spaventare i vivi che abitano nelle case Un modo per prendersi gioco della morte? Per esorcizzarla, banalizzarla? O solo per fare un'altra festa? Un gioco questa notte... ora invece la realtà; non una finzione: il confronto con la morte, quella vera, quella dei nostri cari che in questo o in altri cimiteri riposano in attesa Corriamo il rischio che la solennità dei Santi sia mangiata dal ricordo dei morti, come una nube che copre il sole, e ci fa sentire freddo o nebbia che rende tutto triste e incerto il cammino o vento teso che annuncia imminente la cattiva stagione. E invece ... invece la luce della risurrezione continua a brillare la risurrezione di Cristo e del cristiano continua a illuminare il mistero grande della morte come dire questo giorno perché sia compreso e torni alla sua dignità di solennità dei Santi? Come celebrare il giorno dei Santi, con la preghiera al cimitero? Come anche il giorno del "dies irae", quando saremo davanti a lui, avvolti nella sua luce che ci fa conoscere la nostra vera vita? alcune immagini… solo alcune immagini… per indicare un mistero: Giorno della vita e non della morte, dei santi e vittoriosi e non di poveri uomini sconfitti non il tramonto, ma il momento che precede l'alba siamo ancora avvolti nella penombra ... ma sta per sorgere il sole non una bufera di neve che copre tutto, nasconde e rende insidioso il sentiero della vita bensì il bianco dei bucaneve che della neve prendono il posto tra le chiazze che di giorno in giorno spariscono come "il sabato del villaggio" che attende e prepara il dì di festa ma non con la tristezza di chi sa che poi tutto finisce perché con questa festa entriamo nella domenica senza tramonto nel giorno che non muore e ha un nome: Cristo Signore Die Domini, Giorno del Signore non le ultime briciole di un pane duro e raffermo, raccattate nel cesto vuoto ma il profumo che esce dal forno e riempie la casa, e non inganna chi ha fame fame di vita, quel pane che, solo, nutre veramente non il venerdì santo che allunga la sua ombra sui giorni che seguono e li fa scolorire bensì l'alba del giorno di pasqua e noi come le donne che vanno alla tomba quando è ancora buio, e trovano vuota ... la tomba di Cristo, del re vittorioso e presto lo saranno anche le nostre noi camminiamo, e le nostre lampade stanno per spegnersi ma ciò non ci spaventa, non crea ansia perché vediamo che ci viene incontro colui che chiamiamo La Luce perpetua, ... "Lux perpetua leceat eis" Il Sole di giustizia che appare all'orizzonte e presto ci avvolge nel suo giorno Giorno di gioia perché è lui la Vita che sconfigge la morte. E non è il gioco da fare nella notte che precede la grande festa, quasi a banalizzarla, è il senso della vita, il segreto della gioia, la fonte della speranza che nasce davanti alla morte.