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GRATUITAMENTE AVETE RICEVUTO, GRATUITAMENTE DATE, (Mt 10,8b). Noi abbiamo solo il presente da vivere e in questo tempo ci giochiamo la nostra vita, la nostra eternità, il nostro destino (E. Olivero)

domenica, aprile 1

Mc 9,2-10

Dio mi dice:
-          Abbi fiducia di me!
-          Che cosa conto io per te?
-          Che cosa sei disposto a mettere al secondo posto rispetto alla fede in me?
Gli Apostoli vivevano nella tentazione, e qualcosa sconcerta la loro logica, perché Cristo dice che sarà un Re Crocifisso, dovrà morire nel peggiore dei modi.
Nella Trasfigurazione Gesù si mostra Dio; mostra che la fede non è un condensato d’indicazioni per avere delle risposte, ma ha un fine preciso… L’AMORE A CRISTO.
Solo questo ci purifica, ci rende capaci di amare di più, non ci allontana da quello che facciamo tutti i giorni, perché il cristiano vive la stessa vita dell’ateo, ma dà un senso nuovo, un orientamento diverso a tutta la vita, aprendola ad una felicità intensa a cui ogni persona anela.
Gesù ci invita ad una felicità segnata dalla croce e dalla resurrezione. Domandiamoci qual è il monte su cui Gesù si trasfigura per noi?
Sono i momenti di silenzio in cui cade la maschera per trovare il nostro vero volto.
Sono i  momenti di preghiera in cui lasciamo tutto per cercare la Parola di Dio, per farla diventare preghiera
Sono i momenti con le persone per fare esperienza di fraternità, cioè per fare un’esperienza vitale di fede.
Qual è il monte su cui c’incamminiamo? Perché è lì che Gesù ci attende con le nostre vite sfigurate, perché solo lì incontreremo il suo Volto Trasfigurato. La nostra vita ha senso se testimonieremo questo Volto, questa testimonianza nel mondo farà diventare la nostra esistenza una Via Crucis, ma pure una Via Lucis che condurrà alla Gloria, alla vera Gioia.

LA VOCAZIONE: perché e come vivere?


Per vita intendiamo “giornata tipo”.
Quando dico “vita” intendo riferirmi alle giornate quotidiane: la scuola o il lavoro; le amicizie e il divertimento; i vostri momenti strettamente religiosi nella vostra parrocchia. Cioè i soliti venti di tutti i giorni. Tra questi eventi ci si pone domande del tipo: che cosa farò poi, terminata la scuola? Ciò che sto facendo ha un senso? Queste domande un animale non se le pone, perché vive, ma non sa di vivere. L’uomo non solo le vive, ma sa di vivere. E soprattutto desidera vivere non una vita qualsiasi, ma una vita buona.
Quando la vita è una buona vita?
La vita è una buona vita quando è vissuta realizzando lo scopo per cui esiste.
E siamo arrivati alla questione decisiva: quale è lo scopo per cui ciascuno di noi esiste?
La risposta che oggi viene più potentemente diffusa è la seguente: lo scopo è quello che ciascuno decide chi sia. In questo senso si parla di «autodeterminazione». Secondo questa visione, quando l’uomo progetta la propria vita – progetto di vita e scopo per cui vivere coincidono – si è consegnati esclusivamente a se stessi.
Perché? Dove sta il pericolo?
Prova a riflettere un momento. A tuo giudizio, la vita di Hitler ha la stessa qualità della vita di Madre Teresa? Eppure ambedue hanno realizzato quel progetto di vita che ciascuno dei due si era dato. E se, come sono sicuro, nessuno compie quell’equiparazione, è perché non sono necessari tanti ragionamenti per capire che il valore della vita non dipende esclusivamente dalla realizzazione del progetto che ciascuno si propone. Ma dipende dalla qualità del progetto stesso.


Morte








Verità di sè

Come dire con la mia vita che ha senso vivere?
Anzitutto è necessario far posto a questa aspirazione come ad una realtà centrale. Essa va messa tra le cose importanti, tra quelle che richiedono tempo, energie, coinvolgimento. Ricercare il senso della propria vita è una esigenza umana irrinunciabile.

Perché?
Ogni persona tenta ogni giorno di dare senso alla sua vita con ciò che fa o non fa. Mette al centro dei suoi interessi un qualcosa o qualcuno che ritiene, a ragione o a torto, capace di essere sorgente di luce per l'esistenza quotidiana.

Come fare?
Il cuore umano non può non interrogarsi e cercare. Ha bisogno di luce che illumina e fa conoscere ciò che incontra. Ricerca un qualcosa che, come il sale, dia sapore a ciò che si sperimenta. Ha bisogno di energia per procedere oltre l'immediato, oltre la riuscita e lo scacco. Cerca di cambiare in meglio date situazioni negative di partenza o troppo ristrette. Ricerca delle indicazioni direzionali che rendono possibile, ad ogni incrocio dell'esistenza, prendere la strada giusta.

Ma questa ricerca presente in tutti, non è facile da vivere?
Le risposte tardano ad essere trovate, come le pietre preziose nelle miniere di diamanti. Perché questo servizio sia possibile,
è necessario scoprire e vivere secondo la effettiva verità di sé… Il senso valido per la propria vita sgorga, come da una sorgente, da questa fonte interna.

Questa verità di sé, cos’è?
E’ ben diversa dalle ambizioni di sé e dalle illusioni, è a vari livelli: fisico, psichico, morale, spirituale, sul piano individuale e sociale. Quando la si scopre e assume, essa dà solidità, consistenza, gusto e direzione. E nella misura in cui si scopre e si assume la verità  di sé,  fatta di luci e di ombre, si è ricondotti alla sorgente perenne da cui sgorga la nostra esistenza. Si è portati dentro il disegno di Dio su di noi, dentro la sua azione di creatore e di redentore nei nostri confronti. Quanto più corrispondiamo a quel disegno primigenio, tanto più la nostra vita ha senso, lo irradia e lo suscita negli altri. E quanto più si scopre e si assume questo disegno di Dio su di sé, si scopre e si attua la propria vocazione e ci si sente significativi, al proprio posto, fino a dire: "Non potrei che essere questa persona, secondo questa mia vocazione".

Gioia del cuore

Non è allegria, perché questa è un fatto esterno, rumoroso, presto si dissolve. La gioia vive nell’intimo di noi stessi, è silenziosa ed è profondamente radicata, è sorella della serietà, ad essa è inseparabile. È indipendente da ore buone o cattive, dal sentirci forti o stanchi. Viene dal lavoro onesto, da una parola buona sentita o potuta dire, dall’opporsi al male, al peccato, dall’aver capito la verità importante.
La gioia vera è tutto questo e di più; la gioia si trova nell’intimità del nostro cuore, essa ci fa ricchi, forti indipendenti dai fatti esteriori. Chi è lieto sa mettere tutto al posto giusto, vede gli ostacoli come prove per rafforzarsi.
Ma allora perché non la sentiamo?
Perché non siamo in sintonia con la Verità, ma con una delle tante verità o peggio, con la nostra verità. Come cercarla quella vera? Devo essere libero, coraggioso perché la Verità è nell’attimo presente, ed è l’istante vissuto appieno che mi aiuta a fare grandi decisioni; e l’ora  è il mio dovere che vivo nella verità, facendolo volentieri. Volentieri è la parola chiave, da dire col cuore, con la volontà, con tutto noi stessi, con il più profondo di noi stessi, così potremo vivere le gioie e i dolori con una forza gioiosa. È come quando entriamo in una stanza ammuffita, sporca e al buio, dobbiamo far entrare la luce e l’aria, buttare via gli oggetti grigi e polverosi, solo così potremo vivere quella verità che ci farà liberi.

Donare e ricevere

Ogni rapporto vero è basato sul donare e ricevere, ma il dono vale a seconda del modo con cui è offerto. Chi dona deve essere cosciente che non perde, anzi guadagna; chi riceve il dono, in qualche modo dona, perché consente all’altro di provare la gioia del donare. Lo spirito vero del donare lo vive chi:
o   Si apre nei confronti di chi ci è meno simile, fino al nemico.
o   Parte da un alta gioia di dare.
o   Non aspetta la richiesta.
o   È un libero moto del cuore.
o   È dono di Dio.
o   Da Dio lo si riceve e ne fa parte gli altri che considera fratelli.
o   Chi riceve vede nel gesto Dio.
Bisogna essere degli uomini liberi per vivere la logica del dono perché:
o   Bisogna donare con gratuità.
o   Sa accogliere tutti, l’altro non è uno da cui difendersi.
o   Sa accogliere tutto se stesso.
o   Accogliendo l’altro sa di accogliere Dio. Solo così l’umanità può diventare comunità, la famiglia di Dio.

Educare alla verità


Gesù ci dice di essere “puri come le colombe e astuti come i serpenti” ma cosa vuol dire? Essere puri, è essere non dobbi, non falsi, il nostro parlare sia sincero, facile da comprendere. L’astuzia la possiamo intendere il nostro parlare. La parola umana può essere forte, pungente, però non cade su una parete dura e fredda, ma su un cuore vivo, umano.
Il nostro parlare può dare un senso di liberazione, infondere coraggio, suscitare gioia, ma anche ferire, abbattere. Bisogna fare attenzione, anche dire la verità ha bisogno di un luogo e di un tempo per essere detta, altrimenti bisogna saper tacere. Occorre testa e cuore per non far del male, perché la difficoltà sta che non si può staccare la verità dall’amore perché Dio non è solo verità ma anche amore, Egli abita nella verità che viene dall’amore.


Mistero Pasquale



Cerca di penetrare il senso della povertà di Cristo, se vuoi essere ricco. Cerca di penetrare il senso della sua debolezza, se vuoi ottenere la salute. Cerca di penetrare il senso della sua croce, se non vuoi provare confusione; il senso della sua morte, se vuoi guadagnare la vita eterna; il senso della sua sepoltura, se vuoi trovare la risurrezione. (Sant'Ambrogio)