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venerdì, marzo 4

Ho perso la fede…

“Signore, metti ordine nella mia vita e permettimi di conoscere quello che vuoi che io faccia”.
(Beato John Henry Newman)

Perdere la fede?

Spesso, al termine di un processo lento e progressivo, si dice, a se stessi e poi agli altri, che si è perduta la fede. Non si crede più in un Dio personale, che parla all’uomo, si pensa che in realtà non esiste, ci si allontana dalla Chiesa e dai suoi insegnamenti, si smette  di credere alle grandi affermazioni del Credo: la vita eterna, la resurrezione … Ma è altrettanto frequente che a tormentare sia la questione del male, della sofferenza: “Se Dio esistesse veramente, non permetterebbe tutto questo”. Si scivola lentamente dalla fede all’indifferenza, si pensa e si dice: “La religione non fa più per me; non me ne importa, non mi interessa più…” Ho perso la fede… E’ proprio vero? La fede sarebbe uguale a un oggetto che si può perdere, a un portafoglio, a un mazzo di chiavi?

Che cos’è la fede?

La fede si esprime con le abitudini: andare alla messa di mezzanotte, accendere una candela in una chiesa… Ma la fede non è solo questo. È la fiduciosa risposta a un appello, che si esprime in forma di sete, di slancio verso qualcuno, di un superamento di se stessi. La fede è riconoscere il Dio dei Vangeli in chi “attira” verso di lui, in chi propone di camminare con lui. La fede è rispondergli con la propria vita. Ma spesso non si crede più che all’origine di questo slancio ci sia Dio. D’altra parte si ha veramente bisogno di un Dio che si rivolge a noi come un amico si rivolge a un amico. Non sempre… E spesso per non credere più ci aggrappiamo a delle buone ragioni…

Fede e oscurità…

Non è facile riconoscere che Dio parla all’uomo. Come si può capire qualcuno che non si vede, di cui bisogna indovinare la presenza? Sarebbe così semplice se si manifestasse in piena luce! Eppure, spesso, si tratta solo di aguzzare un po’ la vista…

Fede e ferite…

Chi non è stato prima o poi ferito o sconvolto dal comportamento di un sacerdote, dall’atteggiamento di un cristiano? Certi scandali che recentemente hanno infangato la Chiesa sono riuscita a screditarla. O altri atteggiamenti della Chiesa, nel corso della storia… anche la Chiesa e i cristiani non sono esenti da debolezze e imperfezioni.

Fede e rifiuto…

Certi insegnamenti della Chiesa sono trasmessi male e provocano l’allontanamento di fedeli che si ribellano o provano imbarazzo. Ad esempio per quel che concerne la sessualità, la contraccezione o l’eutanasia. Di che si impicciano il Papa, i vescovi, senza cercare di comprendere ciò che dicono e perché lo dicono?

Fede e dubbi…

Perdere la fede spesso vuol dire mettere in dubbio, interrogarsi e porre problemi. Si mette in dubbio la veridicità delle Scritture. Si può così perdere la fiducia nella Chiesa che trasmette il contenuto stesso della fede. La si accusa di averne complicato i contenuti con “dogmi” ai quali ci si rifiuta di credere. Credere però non significa abbandonare la propria ragione, ma piuttosto aderire a verità trasmesse, che danno senso alla vita, lasciando lavorare l’intelligenza.

Fede e prove…

Molto spesso sono le grandi prove della vita ad allontanare da Dio. La malattia, la sofferenza, la morte di un figlio sono tragedie, soprattutto se abbiamo pregato per la sua guarigione. Come può un Dio buono permettere tutto questo? La questione dell’assurdità della vita si ripresenta  allora con forza e ci si allontana con rabbia. Tuttavia, tanti possono testimoniare di aver sentito nel loro grande dolore la tenerezza di Dio.

E tuttavia…

Lo si vede spesso: è facile lasciar morire la propria fede. Perché la fede, che significa anche “fiducia”, non è facile da conservare. Tutti i grandi santi parlano dei loro dubbi, della difficoltà di pregare, dello scoraggiamento, delle lotte da sostenere… San  Paolo dice che la fede è un “combattimento”. In effetti serve una buona dose di coraggio per conservare la propria fede contro tutto e contro tutti. Ci vuole coraggio per continuare a pregare, rivolgersi a Dio, anche quando è dura e non si prova niente, non si riesce neppure a urlare la propria sofferenza. Talvolta bisogna cercare risposte alle proprie domande, interrogare i testi biblici, incontrare qualcuno che faccia rinascere il gusto di credere. Spesso è per ignoranza o conformismo che la fede si sgretola, ma ciò non vuol dire che non siamo alla ricerca di qualcosa che ci supera. E questo qualcosa spesso può trasformarsi in qualcuno, per chi lo avrà cercato e quel giorno proverà il sapore della vera gioia.

Dio?

Questa “forza”, l’attendevo e la spero… anche se vivo nel
bel mezzo di un enorme  punto interrogativo!
Sono cosciente della mia pesantezza, mi sento incapace
di andarla a cercare, ma mi può venire incontro…
E forse è proprio quello che sta facendo, rendendo più
acuta in me questa sete di pace. Non ne so niente.
La domanda è enorme. Dio?
Chi può rispondere con certezza?
(Bernard Giraudeau)

Perdonare

Perdonare non vuol dire dimenticare. E' accettare di vivere in pace con l'offesa. Difficile quando la ferita ha attraversato tutto l'essere fino a marcare il corpo come un tatuaggio mortale. [...]. Il dolore si risveglia spesso: e con esso il ricordo.
Per perdonare bisogna ricordare. Non nascondere la ferita, sotterrarla, ma al contrario metterla a nudo, sotto la luce. Una ferita nascosta s'infetta e rilascia il suo veleno. Occorre che sia curata, ascoltata, per poter diventare fonte di vita. Sono testimone del fatto che non esiste ferita che non possa essere lentamente cicatrizzata con l'amore. (Tim Guénard, "Più forte dell'odio")