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GRATUITAMENTE AVETE RICEVUTO, GRATUITAMENTE DATE, (Mt 10,8b). Noi abbiamo solo il presente da vivere e in questo tempo ci giochiamo la nostra vita, la nostra eternità, il nostro destino (E. Olivero)

lunedì, gennaio 21

Una telefonata da Dio

Ma tu lo sapevi che nell'era del cellulare e dei computer, la maggior parte della gente non sa che anche Dio ha un telefono e che Egli inventò il cellulare prima ancora che l'Uomo scoprisse il fuoco?
Condizioni necessarie per una telefonata con Dio:
Controlla che il prefisso sia giusto. Non comporre il numero senza pensarci bene per non rischiare una telefonata a vuoto, se dovesse accaderti di aver telefonato solo per curiosità, cerca almeno di sfruttare l'occasione.
Non irritarti quando senti il segnale di "occupato". Attendi e riprova. Sei certo di avere composto il numero giusto? Ricordati che il Signore conosce ogni segreto del tuo cuore, ogni tua intenzione, conosce perfino il numero dei nostri capelli. Può succedere che il Signore, a seconda delle intenzioni del tuo cuore, ti metta in "lista di attesa".
Ricorda che telefonare a Dio non è un monologo. Non parlare continuamente tu, ma ascolta che cosa ha da dirti Lui. Non dimenticare che la telefonata supera il tempo, ogni luogo e spazio, abbi dunque pazienza e sii perseverante nell'attesa, sappi che a Dio giunge ogni tipo di chiamata e prima o poi risponde sempre, non ha mai deluso nessuno: chi dice di non aver ricevuto risposta non aveva perseverato.
...in caso di interruzione controlla se non sei stato tu stesso ad interrompere il collegamento, o che forse tu non abbia annoiato Dio parlando "da solo" o magari solo per rimproverarLo di qualcosa.
Non abituarti a chiamare Dio unicamente in casi di emergenza, scegliendo solo il numero del pronto intervento.
Non telefonare a Dio soltanto nelle ore a tariffa ridotta, ossia prevalentemente di Domenica. Anche nei giorni feriali dovrebbe esserti possibile una breve chiamata a intervalli regolari.
Ricordati sempre che le telefonate con Dio non hanno scatti. I messaggi poi sono gratuiti, sempre, il servizio di segreteria svolto dagli Angeli e dal tuo Angelo Custode, è sempre attivo 24 ore su 24
Che sbadati ci stavamo dimenticando il numero, hai carta e penna? 6-1-6-3 attento, la pronuncia di tale numero è fondamentale: "seiuno,seitre" . Un altro particolare, questo numero non necessita di apparecchi telefonici, Dio aveva inventato il cellulare prima dell'uomo e prima che l'uomo lo inventasse innestandolo direttamente nel suo CUORE , per collegarti dunque devi liberare il tuo cuore da ogni interferenza altrimenti rischierai di trovare sempre occupato per colpa tua.
Per attivare la chiamata puoi usare: il Rosario, le Preghiere del Mattino e della Sera, la professione di Fede, il Padre Nostro insegnato da Gesù...quando non hai parole e ti senti solo, anche una lacrima scaturita dal cuore può metterti in contatto con Dio...


Tutto ha senso

Ormai, tutto ha un senso.
Tu, anche tu, hai un senso.
Tu non morrai affatto.
Quelli che tu ami,
anche se tu li credi morti,
non moriranno.
Ciò che è vivo e bello,
fino all'ultimo filo dell'erba,
fino a questo istante che fugge
in cui hai sentito
le tue vene piene di vita,
tutto sarà ormai vivente per sempre.
Anche la sofferenza,
come pure la morte,
hanno un senso,
divengono sentieri della vita.
Tutto è già vivente.
Perché il Cristo è risuscitato.
(Patriarca Atenagora)

Egoista

Gli egoisti sono incapaci di amare gli altri, ma sono anche incapaci di amare se stessi.
Egoismo e amore per se stessi, anziché essere uguali, sono opposti. L’egoista non ama troppo se stesso, ma troppo poco; in realtà odia se stesso. Questa mancanza d’amore per sé, che è solo un’espressione di mancanza di produttività, lo lascia vuoto e frustrato. È solo un essere infelice e ansioso di trarre dalla vita le soddisfazioni che impedisce a se stesso di raggiungere. Sembra interessarsi troppo di se, ma in realtà non fa che un inutile tentativo di compensare la mancanza d’amore per sé. Freud sostiene che l’egoista è un narcisista che ha concentrato su se stesso ogni capacità d’amore. È vero che gli egoisti sono incapaci di amare gli altri, ma sono anche incapaci di amare se stessi.
(E. Fromm, L’arte d’amare)

Credo anche se...

Credo che c’è il sole
anche se adesso è nuvoloso.
Credo che c’è l’amore
anche se adesso non lo sento.
Credo che c’è Dio
anche se adesso dubito.
(preghiera ritrovata nel campo di concentramento di Vucht)

Se vuoi andare avanti...inizia!

Caro don Luigi,
finalmente riesco a scriverti. In questi mesi ho viaggiato molto in Italia, collaborando con molti parroci, proponendo ai gruppi che incontravo di scommettere sulla propria vita, di diventare un dono. Attraverso incontri, giornate eucaristiche, campi di servizio nelle nostre case di carità, ritiri spirituali aiuto i giovani a guardarsi dentro e porsi domande importanti, quelle vere, che ti mettono in discussione e mettono in gioco le proprie gioie, le proprie paure, fragilità, rigidità e pigrizie.
L’intenzione mia  è quella di favorire nei ragazzi la scoperta che la propria vita è un dono e un cammino; che non si può far tutto da soli, ma ciascuno ha il bisogno di una motivazione forte per vivere; così che possano trasformarsi in persone che fanno diventare il Vangelo vita, condividendo ideali alti e assoluti ed arrivare così arrivare alla Verità.
Ciò che muove ogni uomo è la consapevolezza di essere amato e poter amare, ma solo quando avremo sperimentato un amore ad ampio respiro, totale, regalato, eterno, allora la nostra vita sarà piena e noi cambieremo, ci convertiremo.
Il primo passo verso la felicità, è accogliersi, è mettersi davanti a qualcuno che ci ama gratuitamente, che ci continua a dire, anche se siamo un disastro,: “Tu sei il mio capolavoro”. Solo così sapremo chi siamo e qual è la nostra missione nella vita.
Girando l’Italia mi sto accorgendo che molti o sopravvivono, o vorrebbero cambiare la propria vita, ma poi si limitano a coltivare sogni irrealizzabili. C’è sete di Dio, ma molte volte di un dio su misura; si rincorre il desiderio di tranquillità, ma una tranquillità senza problemi, una tranquillità sganciata dalla vita reale, una felicità che viene dopo i propri doveri, che s’identifica con un mettere tra parentesi dei momenti per estraniarsi dalla realtà.
Tutto quello che faccio è stimolare domande, cercare sempre di più, vivere il sentimento dell’amore fino in fondo, generosamente e solo così una persona si domanderà “Chi me lo fa fare? Cosa ci guadagno?”.
Non propongo qualcosa di facile, e di comodo, perché siamo chiamati a vivere “alla grande”, vivere appieno la nostra vita che non è un’opzione facoltativa, ma fondamentale. Solo così potremo dare una risposta ai grandi perché dell’esistenza, che si nascondono dietro alle nostre attese, ai nostri desideri, alla ricerca di noi stessi, degli altri, di Dio,.
Restiamo uniti nella preghiera perché possiamo essere sempre secondo il cuore di Gesù.
don Roberto Filippini