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GRATUITAMENTE AVETE RICEVUTO, GRATUITAMENTE DATE, (Mt 10,8b). Noi abbiamo solo il presente da vivere e in questo tempo ci giochiamo la nostra vita, la nostra eternità, il nostro destino (E. Olivero)

giovedì, maggio 28

1Cor 13,4-6



Assai bene Paolo enumera la complessità di questa legge, col dire: «La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità» (1 Cor 13, 4-6).
«La carità è paziente», perché sopporta con serenità i torti ricevuti.
«È benigna», perché in cambio dei mali offre beni con larghezza.
«Non è invidiosa», perché nulla desidera in questo mondo, e quindi non sa invidiare i successi terreni.
«Non si vanta», perché non si esalta dei beni esteriori, mentre desidera ardentemente il premio di una ricompensa interiore.
«Non manca di rispetto», perché dilatandosi nel solo amore di Dio e del prossimo, ignora tutto ciò che è contrario alla rettitudine.
«Non è ambiziosa», perché, occupandosi intensamente dei suoi beni interni, non sente affatto all'esterno il desiderio delle cose altrui.
«Non cerca il suo interesse», perché tutto quello che possiede in modo transitorio quaggiù lo trascura come fosse di altri, e non riconosce nulla di suo, se non quello che perdura con essa.
«Non si adira», perché, anche se provocata dalle ingiustizie, non si eccita ad alcun moto di vendetta, e attende maggiori ricompense future per i grandi travagli sostenuti.
«Non tiene conto del male ricevuto», perché rinsaldando l'anima nell'amore del bene, svelle dalle radici ogni forma di odio e non sa trattenere nell'anima ciò che macchia.
«Non gode dell'ingiustizia», perché, anelando unicamente all'amore verso tutti, non si compiace in alcun modo della rovina degli avversari.
«Ma si compiace della verità», perché, amando gli altri come se stessa, e vedendo in essi la rettitudine, si rallegra come di un profitto e progresso proprio.(san Gregorio Magno, papa)
Non abbiate debiti con nessuno, se non quello di un amore vicendevole. (Rm 13,8)


mercoledì, aprile 8

He's Alive (Egli è vivo)


Egli è vivo

I cancelli e le porte erano sprangati,
e tutte le finestre chiuse.
Ho trascorso una notte insonne
sussultando a ogni suono.

Tra la speranza nel dolore
e la paura del giorno
ci avrebbero trovati i soldati facendo irruzione
per portare via tutti noi.

E proprio prima dell'alba
ho sentito qualcosa sul muro,
la porta ha iniziato a muoversi
e una voce ha iniziato a chiamare.

Sono corso alla finestra,
ho guardato giù in strada,
aspettandomi spade e torce
e il suono dei passi dei soldati.

Ma non c'era nessuno lì se non Maria,
per cui sono sceso per farla entrare,
e Giovanni era lì in piedi dietro di me,
mentre lei mi diceva dov'era stata.

“Lo hanno spostato nella notte
e nessuno di noi sa dove.
La pietra è stata rotolata via
e ora il Suo corpo non è lì”.

Siamo corsi entrambi verso il giardino,
poi Giovanni è andato avanti.
Abbiamo trovato la pietra e la tomba vuota,
proprio come aveva detto Maria.

Ma i teli nei quali Lo avevano avvolto
erano solo una conchiglia vuota,
e come o dove Lo avessero portato
non lo sapevo.

Oh, era accaduto qualcosa di strano lì,
che ignoravo.
Giovanni ha pensato a un miracolo,
ma io mi sono solo girato per andare via.

Le circostanze e le ipotesi
non sono riuscite a sollevarmi molto.
Li avevo visti crocifiggerLo,
e L'ho visto morire.

Una volta tornato a casa,
mi hanno travolto il senso di colpa e l'angoscia.
Tutto ciò che Gli avevo promesso
si aggiungeva alla mia vergogna.

Quando alla fine è arrivato il momento di scegliere,
ho negato di conoscere il Suo nome,
e anche se Egli fosse vivo
non sarebbe la stessa cosa.

All'improvviso l'aria si è riempita
di un profumo strano e dolce,
la luce che penetrava da ogni luogo
ha dissipato le ombre dalla stanza.

E Gesù era in piedi davanti a me,
con le braccia spalancate.
Sono caduto in ginocchio,
mi sono aggrappato a Lui ed ho pianto.

Mi ha rialzato,
e mentre lo fissavo negli occhi
l'amore fluiva da Lui
come la luce del sole dal cielo.

Il senso di colpa nella mia confusione
è scomparso in un dolce sollievo,
e ogni paura che avevo avuto
si è sciolta nella pace.

Egli è vivo, Egli è vivo,
Egli è vivo e io sono perdonato.
Egli è vivo, Egli è vivo,
Egli è vivo e io sono perdonato.
Le porte del paradiso sono spalancate.

Egli è vivo, Egli è vivo,
Egli è vivo e io sono perdonato.
Le porte del paradiso sono spalancate.
Egli è vivo, Egli è vivo, Egli è vivo, Egli è vivo.




domenica, marzo 29

Per un defunto


O Dio, nostro Padre
consolaci con la forza
del tuo amore,
e illumina la nostra pena 
con la serena certezza
che il nostro fratello...
divenga partecipe 
della beata pace
e della luce senza tramonto 
e meriti di unirsi 
ai tuoi santi ed eletti
nella gloria della risurrezione. Amen

lunedì, febbraio 23

Mc 1,12-15



Gesù è Guarigione che nasce dalla Parola, è Parola guaritrice che rende l'uomo libero, il quale può proclamare la Liberazione. L'uomo è libero quando ripercorre, entra nel proprio deserto.
Ferita che diventa Feritoia!

 

sabato, gennaio 31

San Giovanni Bosco


Imitare Gesù e lasciarsi guidare dall'amore


È certo più facile irritarsi che pazientare: minacciare un fanciullo che persuaderlo: direi ancora che è più comodo alla nostra impazienza ed alla nostra superbia castigare quelli che resistono, che correggerli col sopportarli con fermezza e con benignità. La carità che vi raccomando è quella che adoperava san Paolo verso i fedeli di fresco convertiti alla religione del Signore, e che sovente lo facevano piangere e supplicare quando se li vedeva meno docili e corrispondenti al suo zelo.
Difficilmente quando si castiga si conserva quella calma, che è necessaria per allontanare ogni dubbio che si opera per far sentire la propria autorità, o sfogare la propria passione.
In certi momenti molto gravi, giova più una raccomandazione a Dio, un atto di umiltà a lui, che una tempesta di parole, le quali, se da una parte non producono che male in chi le sente, dall'altra parte non arrecano vantaggio a chi le merita.   
Ricordatevi che l'educazione è cosa del cuore, e che Dio solo ne è il padrone, e noi non potremo riuscire a cosa alcuna, se Dio non ce ne insegna l'arte, e non ce ne mette in mano le chiavi.
Studiamoci di farci amare, di insinuare il sentimento del dovere del santo timore di Dio, e vedremo con mirabile facilità aprirsi le porte di tanti cuori ed unirsi a noi per cantare le lodi e le benedizioni di colui, che volle farsi nostro modello, nostra via, nostro esempio in tutto. (Stralci di una sua lettera)


 

mercoledì, gennaio 21

Preghiera Ecumenica


O Dio Trino,
seguendo l’esempio di Gesù,
rendici testimoni del tuo amore.
Concedici di diventare strumenti 
di giustizia, pace e solidarietà:
fa’ che il tuo Spirito ci muova a gesti concreti 
che conducano all’unità.
Fa’ che i muri possano trasformarsi in ponti.
Per questo ti preghiamo, 
nel nome di Gesù Cristo, 
nell’unità dello Spirito Santo.
Amen!


martedì, gennaio 6

Mt 2,1-12


I Re Magi sono personaggi speciali, tra leggenda e realtà, sono stati bistrattati. Nei presepi domestici rischiano di essere un semplice ornamento, oppure ridotti ad una favola per bambini. I Re Magi giungono a destinazione, ma alla fine della festa, quando Gesù è ormai nato e tutti sono già arrivati per adorarlo.
Arrivano, consegnano i loro doni e già il giorno dopo sono risposti nella scatola e sulla mensola pronti per l'anno prossimo. La loro presenza si limita al 6 gennaio: Toccata e Fuga!
Sono una presenza poco meditata, ma che ci rappresenta, ci indica come correggere il nostro cammino, danno senso al nostro camminare. Ma si deve avere il coraggio di chiamarli col giusto nome; nella parola magi manca una consonante, l'H.
Sono i Magoi: Maghi, ecco la loro vera identità! 

Sono sacerdoti persiani, astrologi (attività condannata dagli ebrei e dalla Chiesa), sono colti, ricchi, potenti esperti nella scienza e nella cultura. Non avevano bisogno di mettersi in viaggio, ma la loro sete era troppo forte. Si sono messi in viaggio, con i loro bagagli e con i doni per il Re; non si sono accontentati di leggere le stelle, avevano l'urgenza di saziare illoro desiderio pieno di domande, della Domanda. Il desiderio di desiderare li ha resi cercatori di Dio. Oggi festeggiamo l'Epifania, la manifestazione di Dio, di un Dio dei lontani, dalla fede ebraica, dalla Chiesa, da una vita moralmente accettata dalla società.
Dobbiamo farcene una ragione, Gesù è nato e morto tra i più lontani; i Maghi vengono da lontano, non solo geograficamente ma anche esistenzialemnte, rappresentano ogni periferia del mondo. 
Ecco la Speranza, la Bella Novella: il nostro Dio è un Dio dei lontani, del camminare, dei cieli aperti, degli inviti ad: 
Alzare il capo e a guardare da un nuovo punto di vista la mia vita e l'umanità, la storia. Cambiare schema della mente e del cuore, perché la vera conversione non è una rettitudine indefessa, ineccepibile ma un modificare il modo di ragionare con la mente e con il cuore; un "guardare oltre", tra le pieghe della vita. 
Camminare con mente, cuore e volontà. 
Cercando insieme perchè i Maghi non sono tre ma come dice Matteo, sono alcuni. Sono un piccolo gruppo con la stessa direzione, attenti alle stelle e l'uno all'altro. 
Ad avere diritto di sbagliare perchè solo così posso imparare. I Maghi sono stati anche dei pasticcioni; hanno sbagliato città, a parlare con Erode che voleva uccidere il Bambino delle profezie; perdono la stella, cercano un Re in trono e trovano un Bambino in braccio ad una mamma. 
 
Epifania, Bosch
Eppure ricominciano sempre, non si stancano mai, non s'arrendono. Il cammino dei Maghi è lento, come il nostro decidersi per Dio, perchè le nostre zavorre esistenziali rallentano, complicano il nostro cercare Dio con verità e amore. 
La Tradiizione ci dice che sono tre, di età e colore della pelle diversa. Il tre può esserele tappe della vita, gli stadi dell'esistenza: BAMBINO, ADULTO, VECCHIO; PASSATO, PRESENTE, FUTURO. Un cammino dove si sviluppa il travaglio dell'essere umano, un travaglio che supera ogni differenza e diversità, perchè ci unisce il desiderio (desiderium); parola che si collega con sidus (stella).
In antichità un significato della parola desiderio era mancanza delle stelle in cielo. Infatti era una parola usata dai sacerdoti come un augurio, auguravano che gli dei approvassero le scelte degli uomini che li interpellavano.
Assenza delle stelle, oggi mancanza della stella che orienta l'uomo nell'oscurità dell'esistenza; questa mancanza è l'inquietudine nella ricerca di Dio. Nonostante i nostri fragili ragionamenti, pieni di ma e di se, di pregiudizie e verità a misura di se stessi. Nonostante tutto sappiamo che quel fragile bambino è venuto per noi, che è Dio e si presenta nella semplicità e umiltà della natura umana.

L'altare Monforte, Hugo van der Goes
 Siamo chiamati a cercare con cura, fissando la profondità del cielo e del cuore per compiere il nostro dovere di uomini, che è quello di sperare, perché "una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta" (Socrate)

I Re Magi, Henry Siddons Mowbray

Re Magi


    Fu un freddo avvento per noi,
    Proprio il tempo peggiore dell'anno
    Per un viaggio, per un lungo viaggio come questo
    Le vie fangose e la stagione rigida
    Nel cuore dell'inverno.
    E i cammelli piagati, coi piedi sanguinanti, indocili
    Sdraiati nella neve che si scioglie.
    Vi furono momenti in cui noi rimpiangemmo
    I palazzi d'estate sui pendii, le terrazze,
    E le fanciulle seriche che portano il sorbetto.
    Poi i cammellieri che imprecavano e maledicevano
    E disertavano, e volevano, donne e liquori,
    E i fuochi notturni s'estinguevano, mancavano ricoveri,
    E le città ostili e i paesi nemici
    Ed i villaggi sporchi e tutto a caro prezzo:
    Ore difficili avemmo.
    Preferimmo viaggiare di notte,
    Dormendo solo a tratti,
    Con le voci che cantavano agli orecchi, dicendo
    Che questo era tutta follia.
    Poi all'alba giungemmo a una valle più tiepida,
    Umida, sotto la linea della neve, tutta odorante di vegetazione;
    Con un ruscello in corsa ed un molino ad acqua che batteva il buio,
    E tre alberi contro il cielo basso,
    E un vecchio cavallo bianco al galoppo sul prato.
    Poi arrivammo a una taverna con l'architrave coperta di pampini,
    Sei mani ad una porta aperta giocavano a dadi monete d'argento,
    E piedi davano calci agli otri vuoti.
    Ma non avemmo alcuna informazione, e così proseguimmo
    Ed arrivati a sera non un solo momento troppo presto
    Trovammo il posto; cosa soddisfacente voi direte.
    Tutto questo fu molto tempo fa, ricordo,
    E lo farei di nuovo, ma considerate
    Questo considerate
    Questo: ci trascinarono per tutta quella strada
    Per una Nascita o per una Morte?
    Vi fu una Nascita, certo, Ne avemmo prova e non avemmo dubbio.
    Avevo detto nascita e morte
    Ma le avevo pensate differenti; per noi questa Nascita fu
    Come un'aspra ed amara sofferenza, come la Morte, la nostra morte
    Tornammo ai nostri luoghi, ai nostri Regni,
    Ma ormai non più tranquilli, nelle antiche leggi,
    Fra un popolo straniero che è rimasto aggrappato ai propri idoli.
    Io sarei lieto di un'altra morte.
    (Th. Eliot, Il viaggio dei Magi)

domenica, gennaio 4

Gv 1,1-18

Qual'è il mio vero bisogno? Questa è la domanda sottostante a questo Vangelo. Il bisogno che risponde al mio centro, a quel centro, come dice Battiato, di gravità permanente, che risponde al mio bisogno psico-fisico e di felicità, di benesserte. Per noi cristiani sta nel vedere il padre. Trovare il padre è trovare se stessi, è trovare Dio. Ritrovare Dio è Saggezza e Salvezza.
Qui si gioca tutta la vita...l'amore trinitario comunicato a noi. Questo è il nucleo del Vangelo di Giovanni, soprattutto nel Prologo Giovanni ci pone due domande: chi è Dio? Che Dio annuncio? Troppe volte si risponde alla prima domanda con un'idea vaga di Dio, un dio tappabuchi o come un paracadute. Invece Giovanni ci conduce a incontrare il vero Dio che è Verbo, Creatore, Luce e Comunione. 
Il Prologo si dovrebbe leggerlo solo dopo aver letto tutto il Vangelo, solo così lo si capirà. Nel Prologo è riassunto tutto il Vangelo, è un inno di sapienza di Dio, un poema; in cui viene mostrato un Dio che:
  • è volontà di comunicazione e un progetto d'amore.
  • è sapienza creatrice,
  • modello a cui uniformarci,
  • senso, orientamento personale e dell'umanità,
  • dialogo
perché c'è un movimento di attesa e amore, in cui si fonda l'ottimismo cristiano; perché ci viene offerta la nostra divinizzazione.
Dio crea l'uomo e quando crea ci vuol dire che lascia l'altro come altro; un essere diverso, non una fotocopia e libero.
Dio crea e compie un atto di amore, rispetto, umiltà verso la creazione, l'uomo; i quali contengono sempre il rischio del male ma anche la sapienza della croce. Solo Dio ci fa conoscere COME vivere pienamente la vita, la quale sarà autentica e varrà la pena che sia vissuta solo quando si capirà che la vita eterna è la vita vissuta nella banale realtà di ogni giorno.
Solo così la nostra vita sarà preservata dallo svuotamento di senso, dal materialismo, dalla superficialità, dalla frenesia, dall'ansia.
Il verbo si fece  carne, l'amore si fece croce, la vita di Dio si fece vita umana. (R. Cavedo)
 Gesù si oppone alle luci false o parziali della verità, ai vari maestri di vita, ai vari percorsi di felicità o benessere a Km zero; si oppone ad ogni forma di fondamentalismo, soprattutto religioso, si oppone alla cultura odierna di morte.
Gesù è Luce e viene:
  • e rompe le tenebre,
  • ad abitare in mezzo a noi, così non possiamo dire che siamo soli,
  • ci rende una comunità contemplativa, cioè che contempla un Dio onnipotente, non un dio che può far tutto, ma l'amore onnipotente che ci lascia liberi e responsabili; perché Dio non agisce fuori, ma motiva dal di dentro l'uomo, perchè a sua volta aderisca e accolga,
  • ci rende una comunità nuziale, cioè impariamo ad amarci come e con l'amore ricevuto da Dio.
Solo così saremo una comunità di testimoni dell'agnello risorto.
 Saremo credenti quando vivremo una spiritualità:
  • della FIDUCIA: la mia vita non è in mano al destino o alla fortuna, ma in un progetto della Provvidenza.
  • della COMUNIONE: io non sono un'isola o un club privato, ma sono relazione.
  • della CONTEMPLAZIONE: Dio è dentro di noi, quindi siamo Dio. Per accostarci a Dio dobbiamo percorrere la via dell'amore e della preghiera. Perché "l'essenziale non è già nel molto pensare, ma nel molto amare". (santa Teresa d'Avila)
  • del NASCONDIMENTO: come i primi 30 anni di Gesù, come Maria, nella propria vita ordinaria.
  • del DONO: gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.
per poter alla fine dire che: Dio ci ama, Cristo è venuto per noi, per noi Cristo è Via, Verità, Vita.
 
E l’amore guardò il tempo e rise,
perché sapeva di non averne bisogno.
Finse di morire per un giorno,
e di rifiorire alla sera,
senza leggi da rispettare.
Si addormentò in un angolo di cuore
per un tempo che non esisteva.
Fuggì senza allontanarsi,
ritornò senza essere partito,
il tempo moriva e lui restava.
Luigi Pirandello