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GRATUITAMENTE AVETE RICEVUTO, GRATUITAMENTE DATE, (Mt 10,8b). Noi abbiamo solo il presente da vivere e in questo tempo ci giochiamo la nostra vita, la nostra eternità, il nostro destino (E. Olivero)

martedì, aprile 19

lunedì, aprile 18

Vocazione

Dal Discorso tenuto da san Carlo, vescovo, nell'ultimo Sinodo
(Acta Ecclesiae Mediolanensis, Milano 1599, 1177-1178)

Tutti siamo certamente deboli, lo ammetto, ma il Signore Dio mette a nostra disposizione mezzi tali che, se lo vogliamo, possiamo far molto. senza di essi però non sarà possibile tener fede all'impegno della propria vocazione.
Facciamo il caso di un sacerdote che riconosca bensì di dover essere temperante, di dover dar esempio di costumi severi e santi, ma che poi rifiuti ogni mortificazione, non digiuni, non preghi, ami conversazioni e familiarità poco edificanti; come potrà costui essere all'altezza del suo ufficio?
Ci sarà magari chi si lamenta che, quando entra in coro per salmodiare, o quando va a celebrare la Messa, la sua mente si popoli di mille distrazioni. Ma prima di accedere al coro o di iniziare la Messa, come si è comportato in sacrestia, come si è preparato, quali mezzi ha predisposto e usato per conservare il raccoglimento?
Vuoi che ti insegni come accrescere maggiormente la tua partecipazione interiore alla celebrazione corale, come rendere più gradita a Dio la tua lode e come progredire nella santità? Ascolta ciò che ti dico. Se già qualche scintilla del divino amore è stata accesa in te, non cacciarla via, non esporla al vento. Tieni chiuso il focolare del tuo cuore, perché non si raffreddi e non perda calore. Fuggi, cioè le distrazioni per quanto puoi. Rimani raccolto con Dio, evita le chiacchiere inutili.
Hai il mandato di predicare e di insegnare? Studia e applicati a quelle cose che sono necessarie per compiere bene questo incarico.
Dà sempre buon esempio e cerca di essere il primo in ogni cosa. Predica prima di tutto con la vita e la santità, perché non succeda che essendo la tua condotta in contraddizione con la tua predica tu perda ogni credibilità. Eserciti la cura d'anime? Non trascurare per questo la cura di te stesso, e non darti agli altri fino al punto che non rimanga nulla di te a te stesso. Devi avere certo presente il ricordo delle anime di cui sei pastore, ma non dimenticarti di te stesso.
Comprendete, fratelli, che niente è così necessario a tutte le persone ec
clesiastiche quanto la meditazione che precede, accompagna e segue tutte le nostre azioni: Canterò, dice il profeta, e mediterò (cfr. Sal 100, 1 volg.) Se amministri i sacramenti, o fratello, medita ciò che fai. Se celebri la Messa, medita ciò che offri. Se reciti i salmi in coro, medita a chi e di che cosa parli. Se guidi le anime, medita da quale sangue siano state lavate; e «tutto si faccia tra voi nella carità» (1 Cor 16, 14). Così potremo facilmente superare le difficoltà che incontriamo, e sono innumerevoli, ogni giorno. Del resto ciò è richiesto dal compito affidatoci. Se così faremo avremo la forza per generare Cristo in noi e negli altri.

Perdonare

Non vado a messa


In una parrocchia americana, il parroco, decisamente seccato dalle scuse addotte nel corso degli anni dai parrocchiani per non andare a messa, inserì “i dieci motivi per cui non mi lavo mai” nel bollettino domenicale:

  1.  Sono stato obbligato quando ero piccolo.
  2. Le persone che si lavano sono ipocriti: pensano di essere più puliti degli altri.
  3. Ci sono così tanti tipi di sapone, che non so decidere quale sia il migliore.
  4. Ero abituato a lavarmi, poi ho cominciato ad annoiarmi ed ho smesso.
  5. Mi lavo solo in occasioni particolari, come Natale e Pasqua.
  6. Nessuno dei miei amici si lava.
  7. Comincerò a lavarmi quando sarò più vecchio e più sporco.
  8. Non riesco a trovare il tempo.
  9. Il bagno non è mai caldo abbastanza in inverno o fresco a sufficienza in estate.
  10. I produttori di sapone cercano solo i tuoi soldi.

domenica, aprile 17

Amore è Donazione

Siamo sempre davanti alla scelta se accettare o no il progetto di Dio, oggi tutto è normale, si può fare tutto. Ma ricordiamoci che Dio ha creato la coppia, maschio e femmina si completano, la coppia si basa su un amore reciproco e aperto alla vita, da qui nasce la famiglia. Essa è il superprogetto di Dio, e viene contemplata dall'Onnipotente come l'artista contempla la propria opera d'arte. La famiglia è il fondamento della società, in funzione ad essa hanno senso lo Stato, le leggi, l'economia, la scuola... la stessa vita consacrata e sacerdotale.
La famiglia è il termometro per verificare come sta una società, se la famiglia è sana la società sarà sana. Per poter avere questa situazione, dobbiamo avere presupposti. Il primo è che la singola persona faccia un cammino personale per prepararsi alla vita di coppia e di famiglia. Il secondo è che delle coppie siano testimoni, non si richiede la perfezione, ma che siano in cammino alla luce dello Spirito Santo, perchè ogni fallimento della coppia pesa su tutti.
I mass-media (tv, radio, quotidiani, internet, riviste e libri cosidetti "rosa") e l'educazione sessuale che si propone attualmente riduce tutta la sessualità solo al sesso o  a tecniche sessuali. I tabù odieni sono: fedeltà e fiducia reciproca, conoscenza approfondita del partner, capacità d'aspettare, astinenza sessulae, matrimonio.
Vengono dimenticate le dimensioni del sacrificio, di fedeltà, di donazione di sè, il resto che rimane viene chiamato "amore"; ma il cristiano sa che solo rivolgendosi a Dio trova nuova forza per rivolgersi al prossimo. La società vede l'uomo nella sua individualità, il suo centro è il piacere e la libertà, che molte volte si riduce a libertinaggio. Per l'uomo è vero solo ciò che è utile e si vedono i risultati; concepisce la felicità nel fare meno fatica, meno doveri, evitare il dolore e rifiuto della disciplina. Una felicità che alla fine è solo mera ricerca di soddisfazioni.
In questa visione della felicità, in questo "stile di vita" la fedeltà e l'indissolubilità del matrimonio sono una bella favola, il perdono passa neanche a parlarne.
Non bastano conoscenze antropologiche, psicologiche, sociologiche è necessario capire la sessualità alla luce del Mistero dell'Incarnazione, della Morte e Risurrezione di Nostro Signore.
Chi vive in modo disordinato ha una esasperata concezione del corpo e la sessualità diventa solo un mezzo, si riduce alla zona genitale, dimenticando che la sessualità riguarda tutta la nostra persona: CORPO, SENTIMENTI, MENTE, VOLONTA', LIBERTA'.
Le nostre informazioni sulla sessualità sono, alla fine, informazioni pornografiche (basta vedere alcuni videoclip, pubblicità). La pornografia crea dipendenza, alterazioni affettive, incapacità di fare scelte importanti o cambiamenti, una visione del sesso aggressiva, animalesca.
Invece l'unione coniugale diventa un vero atto d'amore quando è nella logica della donazione di sè (ti dono la mia mente, il mio corpo, il mio cuore), tende a valorizzare il coniuge: Tutto è tuo, tutto è per te.
Quindi l'uso dei contraccettivi, i rapporti sessuali prematrimoniali, contro-natura, l'autoerotismo, la pillola del giorno dopo, l'aborto uccidono il mio essere dono, tolgono la consapevolezza della personale responsabilità delle proprie azioni. Gli atti sessuali diventano egoistici.
Fare l'amore senza coscienza e responsabilità è fisicamente possibile, ma insignificante e banale, perchè la sessualità oltre alla riproduzione, mira all'incontro, al dialogo.

Essere ad immagine di Dio vuol dire essere fatti di relazione e per la relazione. L'uomo e la donna lo sperimentano nella diversità; l'altro deve essere se stesso, io devo aiutarlo ad essere se stesso, perchè tutti dobbiamo essere ad immagine di Dio, nessuno a mia immagine.
Il cristiano è chiamato ad ACCETTARE, AMARE, DESIDERARE E VOLERE l'altro diverso da se stesso perchè l'altro è sempre persona e tale rimane sempre.
L'amore vero non cancella, ne nasconde le diversità, si fonda sul DARE (ciò che si ha) e RICEVERE (ciò che non si ha), si fonda sulla RECIPROCITA', accettando l'altro con i suoi limiti, mi da la possibilità di donargli ciò che non ha.
L'amore vero nasce dal rispetto e dalla libertà (non è faccio quello che voglio, ma accetto e obbedisco al progetto che Dio ha su di me, su di noi); se questi due valori vengono a mancare resta solo il possesso e il dominio.

L'amore vero è vivere in un altro e per un altro, solo così gli atti sessuali inseriti nel Sacramento del Matrimonio hanno un alto spessore umano ed è segno di totale donazione di sè.
Amare è perdere se stessi nell'altro, per l'altro, con l'altro, per arrivare ad una profonda comunione tra la coppia e solo a questo punto riscopro chi sono e recupero la mia identità.

Palme


Se c’è un Re, è un Re all’inverso, potremmo dire: si lascia acclamare il giorno delle Palme, ma salito su di un asino, la cavalcatura dei poveri. La sua forza si manifesta nella dolcezza, la sua onnipotenza nell’impotenza di un condannato inchiodato su una croce, l’Altissimo si è fatto il Bassissimo. È nella derisione che è chiamato Re: rivestito di un ridicolo mantello regale e coronato di spine.
Ma è in quest’abbassamento che risplende la regalità dell’amore – amore capace di trasfigurare le persone ed il mondo intero.


Gv 12,1-11

La particolarità di questo vangelo è che Gesù non fa niente; è Maria di betania che fa qualcosa per Gesù, lei rappresenta ciò che avverrà alla fine del Vangelo: LA RECIPROCITA' D'AMORE COL SIGNORE. Gesù è morto per me, questo è il senso del Vangelo, Dio è amore. L'amore è presente solo dove è riamato se no viene ucciso.
Maria è il frutto maturo del Vangelo, Maria consacra Gesù Messia.
In questo brano troviamo tre poteri:
religioso-politico: per Dio arriviamo a fare le "guerre sante". (sommi sacerdoti)
culturale: i giornalisti (molti) scrivono ciò che vuole il padrone, le notizie che ci riportano sono filtrate. sono solo secondo l'idea politica del giornale. (scribi)

economico: senza soldi non c'è potere, non si fa niente. (anziani, in questo Vangelo sono i discepoli); AVERE, APPARIRE, GLORIA.
Dove siamo? Gesù è in Betania. La parola Betania significa "casa del povero", Gesù entra nella casa del povero, della nostra povertà, della nostra morte e lì resta, con Maria e l'alabastro di nardo.
Il vero protagonista è l'alabastro rotto che esala profumo.
Con l'olio consacriamo Re, Sacerdoti, Profeti, Altari, vittime... Maria consacra Gesù Messia, Salvatore, Liberatore. Egli ci libera dai tre poteri.
Perchè questo spreco? Perchè l'amore non è fatto di calcoli, perchè quando si ama in modo assoluto ed eterno, in questo modo si ama Dio, e si ama come Dio.
Solo amando così posso dire di avere fede. Maria c'insegna come amare Gesù, come ascoltare Gesù, perchè in noi c'è troppa abitudinarietà nell'ascoltare; ci spiega come essere uomini e donne.
Ci possiamo amare solo se amiamo Dio altrimenti ameremo i nostri idoli.
Maria onora Gesù versando questo profumo su di Lui, fa come Gesù con noi nell'Eucaristia, offre il suo Corpo e versa il suo Sangue per noi.
Dobbiamo avere il coraggio di sprecare tempo con Gesù, a sprecare tempo per la preghiera perchè solo Lui c'insegna che l'amore vero non cresce con la logica del risparmio ma dello spreco, del dare tutto come ha fatto Dio andando in croce. Impariamo da Maria ad essere degli alabastri rotti .
per esalare il preziosissimo profumo di Gesù