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GRATUITAMENTE AVETE RICEVUTO, GRATUITAMENTE DATE, (Mt 10,8b). Noi abbiamo solo il presente da vivere e in questo tempo ci giochiamo la nostra vita, la nostra eternità, il nostro destino (E. Olivero)

sabato, luglio 2

Tu ci sei necessario


O Cristo, nostro unico mediatore,
Tu ci sei necessario:
per vivere in Comunione con Dio Padre;
per diventare con te, che sei Figlio unico e Signore nostro, suoi figli adottivi;
per essere rigenerati nello Spirito Santo.

Tu ci sei necessario,
o solo vero maestro delle verità recondite e indispensabili della vita,
per conoscere il nostro essere e il nostro destino, la via per conseguirlo.

Tu ci sei necessario,
o Redentore nostro,
per scoprire la nostra miseria e per guarirla;
per avere il concetto del bene e del male e la speranza della santità;
per deplorare i nostri peccati e per averne il perdono.

Tu ci sei necessario,
o fratello primogenito del genere umano,
per ritrovare le ragioni vere della fraternità fra gli uomini,
i fondamenti della giustizia, i tesori della carità, il bene sommo della pace.

Tu ci sei necessario,
o grande paziente dei nostri dolori,
per conoscere il senso della sofferenza
e per dare ad essa un valore di espiazione e di redenzione.

Tu ci sei necessario,
o vincitore della morte,
per liberarci dalla disperazione e dalla negazione,
e per avere certezze che non tradiscono in eterno.

Tu ci sei necessario,
o Cristo, o Signore, o Dio-con-noi,
per imparare l'amore vero e camminare nella gioia e nella forza della tua carità,
lungo il cammino della nostra vita faticosa,
fino all'incontro finale con Te amato, con Te atteso,
con Te benedetto nei secoli.

(Paolo VI, Lettera pastorale alla Diocesi di Milano, 1955)

domenica, giugno 26

Gesù mia Salvezza

Ss. Corpo e Sangue di Gesù



L'Eucaristia  (Gv 6,51-58) è un discorso duro per più motivi, tanto da indurre anche molti discepoli a tirarsi indietro. E la prima ragione di questa durezza è che il pane che è Gesù, va oltre il pane che le folle cercano, oltre la misura di salvezza che l'uomo pretenderebbe per sé. La seconda ragione è che la presenza di Dio e la ricchezza del suo dono sono nascoste sotto apparenze comuni e quotidiane: Gesù è il figlio di Giuseppe (e, nell'Eucaristia, si nasconde sotto le apparenze del pane e del vino). La terza ragione, infine, è la paura che l'uomo prova di fronte all'invito di «mangiare la sua carne e bere il suo sangue», cioè la paura di fronte a un progetto di vita che riproduce quello di Gesù (un'esistenza per la salvezza di tutti). Difatti «mangiare e bere» non soltanto significa accogliere la presenza di Gesù nel suo dono, ma porsi in sintonia con il suo dono e prolungarlo. Indica in altre parole un modo di vivere alla sequela del Signore.