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venerdì, ottobre 11

Fede

L'uomo ha bisogno di Dio, oppure le cose vanno abbastanza bene anche senza di Lui. 


Se l'uomo dimentica Dio "perde" sempre di più Dio, perché "la sete di infinito è presente nell'uomo in modo inestirpabile. L'uomo è stato creato per la relazione con Dio e ha bisogno di Lui" (Benedetto XVI, 23 settembre 2011). 
L'uomo cerca una risposta alle domande eterne, con tutta la sua intelligenza, con tutto il suo cuore, con tutte le sue forze, con tutta la sua libertà: Chi sono? La vita è un bene oppure una pura casualità? Dove vado? dopo la morte cosa c'è? Chi è Dio? 
L'uomo, solo se ha una speranza, può vivere nella gioia, perché è fatto per andare oltre l'umano, per trovare il suo essere uomo e Dio. L'uomo desidera sempre di più, non solo l'eternità e vincere la morte, ma la pienezza di vita, una vita che abbia significato e bellezza. Tutto questo ci dice che l'uomo è fatto per l'infinito e non si conosce Dio solo attraverso le proprie forze o capacità. La fede è un dono di dio, il quale ci aiuta ad aderire alla rivelazione di Gesù. La fede annuncia che Dio non ha rivelato delle verità astratte da credere, ha rivelato il suo volto. E' contento, felicissimo nel farsi conoscere. Dio desidera essere amato, essere riamato, desidera che l'uomo entri in comunione con Lui.
"La fede cristiana è nella sua essenza incontro con il vivente. Dio è il vero e ultimo contenuto della nostra fede. In questo senso il contenuto della fede è molto semplice: IO CREDO IN DIO. Ma la realtà più semplice è sempre anche la realtà più profonda e che tutto abbraccia". Chi trova Dio, trova tutto, è l'unica perla per cui vendere tutto. Ma noi lo possiamo trovare solo perché Egli prima ci ha cercato e ci ha trovato. Dio è Colui che agisce, per questo la fede in Dio è inseparabile dal mistero dell'Incarnazione, dalla Chiesa, dal Sacramento. Comprendere i singoli contenuti della fede nella loro unità, è alla fine solo un dispiegamento della fede nell'unico Dio, che si è manifestato e si manifesta a noi. In Cristo è rivelato il mistero dell'amore trinitario, il mistero dell'uomo e della sua salvezza.
Si crede in Dio perché lo si ama. Lo si ama perché si è scoperto di essere amati da Lui, e amandolo si trasforma lo sguardo su tutte le persone e le cose.
Credere in Dio è amarlo sopra ogni cosa, ma anche amare il fratello perché è opera delle mani del Signore e motivo della morte per amore di Cristo. 
Per la fede cristiana, non è possibile alcuna opposizione tra l'amore di Dio e l'amore al fratello. La fede e la carità sono una sola cosa con la speranza. Péguy disse che la fede e la carità sono come due sorelle più grandi che tengono per mano, in mezzo a loro, la sorella più piccola, la speranza. 
La fede è pienamente personale, ecclesiale, il credente ha ricevuto la fede da altri e ad altri la deve trasmettere. Io non posso credere senza essere sorretto dalla fede degli altri, e, con la mia fede, contribuiscono a sostenere la fede degli altri. (CCC166). Ognuno, crede insieme alla Chiesa e crede ciò che la Chiesa crede. La fede ha una dimensione cattolica (universale), cioè ognuno crede insieme a tutti i cristiani sparsi sulla terra; si crede insieme ai cristiani di tutti i tempi, "i santi agiscono, generano tutti e ciascuno". La Chiesa di tutte le generazioni viene invocata perché partecipi con la sua preghiera (Battesimo, Matrimonio, Ordine) alla trasmissione della fede. Chi diviene credente...
  1. impara a credere ciò che crede la Chiesa (Credo)
  2. riceve nella Liturgia la Grazia di essere figlio di Dio (Sacramenti)
  3. vive la vita nuova del Vangelo (Comandamenti)
  4. prega Dio perché è abilitato al dialogo con Lui (Padre Nostro) 

Per essere cristiani, si deve credere; si deve apprendere il modo di vivere cristiano, si deve essere in grado di pregare da cristiani e si deve infine accedere ai misteri e alla liturgia della Chiesa. La fede non solo crede in Dio che si è rivelato nella storia e che è oggi presente nei Sacramenti, ma riconosce anche che in Cristo è offerta all'uomo la possibilità di vivere la vita buona del Vangelo. Non solo la fede genera a questa vita nuova e bella; la rende anche possibile perché permette all'uomo di pregare Dio, invocandolo come Padre. Il Signore risorto mentre introduce all'intimità della scelta personale della fede, costituisce immediatamente i credenti come testimoni della sua resurrezione. la fede ha sempre un risvolto sociale e non è mai un atto esclusivamente individuale, ma ecclesiale. 
Si crede nella e con la Chiesa, diventando sale che da sapore, ben visibile  a tutti. Ma cosa annuncia? La morte e la resurrezione di Gesù Cristo secondo la Scrittura, cioè Gesù è morto per i nostri peccati ed è risuscitato per la nostra giustificazione (kerigma), non c'è salvezza fuori di Lui. 
Il credente e la comunità sono kerigmatiche, se sa trafiggere il cuore, cioè se condividere le situazioni della vita collocandovi una Parola che provoca, consola, genera, aderisce. 
Il terreno su cui gettare il seme non è per forza quello delle domande fondamentali sulla vita umana, alle quali dare la risposta cristiana. Il terreno per la prima semina è anche quello della vita quotidiana, con tutti quei momenti che richiedono una svolta (nascita, adolescenza, scelte vocazionali, fedeltà alla famiglia, professionalità, esperienza del dolore e fragilità).
Qui la parola cristiana deve dare una risposta all'alfabeto della vita umana, ed è per questo è necessario un annuncio differenziato, andando incontro alle persone del nostro tempo, testimoniando che anche oggi è possibile, bello, buono e giusto vivere l'esistenza umana conformemente al Vangelo, contribuendo a rendere nuova la società. 
Una comunità che si fonda nell'Eucaristia, andando nei luoghi e tempi della vita ordinaria, professando la fede in Dio di Gesù Cristo con la testimonianza in dio di Gesù. In altri termini ci si propone di risvegliare la passione per la verità, aiutando ad andare oltre alla semplice pratica.
Il punto di partenza è l'ascolto, che non è una perdita di tempo, la nostra tentazione è di passare subito alla formulazione delle nostre risposte; per poi farsi compagno di viaggio.La capacità di apprezzare il bene che c'è e si manifesta attorno a noi, saper valutare in modo positivo l'umanità. Aperti al dialogo, liberi dai pregiudizi, dal sottolineare più le differenze che ciò che mette in comune. La Chiesa è compagna di strada, per testimoniare la verità e la via maestra dell'uomo, per farlo approdare alla fede in Cristo Risorto. La preghiera costituisce l'ambiente vitale della religione, per avere un rapporto personale con Dio. La Chiesa professa la fede nel Simbolo Apostolico (parte prima) e lo celebra nella liturgia sacramentale (parte seconda), affinché la vita dei fedeli sia conformata a Cristo nello Spirito Santo a gloria di Dio Padre (parte terza). Tutto ciò necessita che il credente creda in esso, lo celebri e di esso viva in una relazione viva e personale con il Dio vivo e vero. 
Il silenzio è la conditio sine qua non per quanti desiderano fare della preghiera un'esperienza dello spirito, perché la Chiesa viva di preghiera e quest'ultima diventi contemplazione e obbedienza alla volontà di dio. Il punto di arrivo è permanere nella preghiera, è il frutto di un lungo cammino fatto di pazienza, umiltà, fede. Bisogna accettare la propria povertà e debolezza perché lo Spirito ci plasmi a permanere nel cuore di Dio.
Tutto questo perché la fede non è un vago sentimento che si culla nel momento del bisogno, ne un generico impegno che talvolta si affaccia  perché ci si senta gratificati. Essa è, piuttosto, la risposta piena, totale senza reticenze, che si da a Cristo che chiama a divenire suoi discepoli per essere perfetti. 
Aver fede è far fruttare la moneta che è stata posta nelle vostre mani. E non dimenticate che Dio vi chiederà conto di ciò che vi è stato donato. (S. Cirillo di Gerusalemme)