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GRATUITAMENTE AVETE RICEVUTO, GRATUITAMENTE DATE, (Mt 10,8b). Noi abbiamo solo il presente da vivere e in questo tempo ci giochiamo la nostra vita, la nostra eternità, il nostro destino (E. Olivero)

mercoledì, settembre 7

Preghiera del sacerdote la domenica sera

Signore, stasera sono solo. A poco a poco, i rumori si sono spenti nella chiesa, le persone se ne sono andate, ed io sono rientrato in casa, solo. Ho incontrato la gente che tornava da passeggio. Sono davanti al cinema che sfornava la sua porzione di follia. Ho urtato i bambini che giocavano sul marciapiede, i bambini o Signore, i bambini degli altri, che non saranno mai i miei.
Eccomi, Signore, solo. Il silenzio mi incomoda, la solitudine mi opprime. Signore, ho 35 anni, un corpo fatto come gli altri, braccia nuove per il lavoro, un cuore riservato all'amore, ma ti ho donato tutto. E' vero, tu ne avevi bisogno. Io ti ho dato tutto ma è duro, o Signore.
E' duro dare il proprio corpo: vorrebbe darsi ad altri.
E' duro amare tutti e non serbare alcuno.
E' duro stringere una mano senza volerla trattenere.
E' duro far nascere un affetto, ma per donarlo a Te.
E' duro non essere niente per sè per essere tutto per loro.
E' duro dare sempre senza cercare di ricevere.
E' duro ricevere i segreti, senza poterli condividere.
E' duro sostenere i deboli senza potersi appoggiare ad uno forte.
E' duro essere solo, solo davanti a tutti, Solo davanti al Mondo.
Solo davanti alla sofferenza, alla morte, al peccato.

Figlio, non sei solo, io sono con te, sono te.
Perchè avevo bisogno di un'umanità in più
per continuare la Mia Incarnazione e la Mia Redenzione.
Dall'eternità Io ti ho scelto, ho bisogno di te.
Ho bisogno delle tue mani per continuare a Benedire.
Ho bisogno delle tue labbra per continuare  aparlare.
Ho bisogno del tuo corpo per continuare a soffrire.
Ho bisogno del tuo cuore per continuare ad amare.
Ho bisogno di te per continuare a salvare.
Resta con Me, Figlio mio.

Eccomi, Signore: ecco il mio corpo, ecco il mio cuore, ecco la mia anima. Concedimi d'essere tanto grande da raggiungere il Mondo, tanto forte da poterlo portare, tanto puro da abbracciarlo senza volerlo tenere. Concedimi d'essere terreno d'incontro, ma terreno di passaggio, strada che non ferma a sè, perchè non vi è nulla di umano da cogliervi che non conduca a te.
Signore, stasera, mentre tutto tace e nel mio cuore sento duramente questo morso della solitudine, mentre il mio corpo urla a lungo la sua fame di piacere, mentre gli uomini mi divorano l'anima ed io mi sento incapace di saziarli, mentre sulle mie spalle il mondo intero pesa con tutto il suo peso di miseria e di peccato, io ti ripeto il mio sì, non in una risata, ma lentamente, lucidamente, umilmente. Solo, o Signore davanti a te, nella pace della sera.
I fedeli sono esigenti verso il prete. Hanno ragione. Ma devono sapere che è duro essere prete. Chi si è donato nella piena generosità della sua giovinezza rimane un uomo, ed ogni giorno l'uomo cerca di riprendere quel che ha donato. E' una lotta continua per restare totalmente disponibile al Cristo e agli altri.
Il prete non ha bisogno di complimenti o di regali imbarazzanti: ha bisogno di cristiani, di cui ha in modo speciale la cura, amando sempre più i loro fratelli, gli provino che non ha dato invano la sua vita.
E poichè rimane un uomo, può aver bisogno una volta d'un gesto delicato di amicizia disinteressata... una domenica sera in cui è solo. (Michel Quoist)

Fano o Madrid?

Dal 18 al 21 agosto si sono svolti gli esercizi spirituali per i giovani a Fano, predicati da don Vincenzo Alesiani. Sono stati dei giorni forti di condivisione e comunione spirituale anche con i ragazzi che erano a Madrid.
Geremia è uno di noi!
Geremia c’insegna un modo naturale di vivere il rapporto con Dio. Benché profeta rimane uomo, e come uomo vive quella normale paura che tante volte si prova nella vita spirituale, nelle attese, nelle speranze che diventano disillusione e quasi disperazione quando ci troviamo di fronte le prove della vita o anche sperimentiamo il silenzio che qualche volta viene da Dio.
Geremia è il profeta che ci mostra come Dio può entrare nella nostra vita, chiedendoci cose che ai nostri occhi appaiono impossibili, a volte ci può “strapazzare”, ma non ci da mai un peso più grande di quello che possiamo sopportare, perché tutto può essere ricondotto ad un amore che mai si può esaurire e che ci accompagna, guida e fa crescere in ogni momento della nostra vita, basta aprire occhi e orecchi! (Antonio)
Ero una vaso piene di crepe…
Una profonda solitudine e un forte senso di angoscia mi tenevano prigioniera. Le meditazioni sul profeta Geremia, le riflessioni personali, i silenzi e i momenti di condivisione hanno fatto sperimentare il senso dell’Eucaristia nel quotidiano. Eucaristia è stato sentirsi uniti, condividere aspettative, fatiche e gioie di ogni giorno, passeggiare insieme e tenersi per mano, cercare di scoprire l’obiettivo della nostra vita. Ero dunque a pezzi, un vaso di creta, ricoperto di crepe… ma da un coccio oggi riparto e in quel coccio è sbocciato un fiore di speranza, quel fiore porta il nome del Bell’Amore. (Valentina)
Il ritiro è come una seggiovia
Ognuno di noi è arrivato a Fano con un cammino già avviato più o meno pronti a salire la montagna di Geremia con la seggiovia.
Cosa fa la seggiovia?
Ci fa andare veloci, ci fa fare un bel salto in avanti, lo stesso tragitto a piedi richiederebbe molto più tempo. Ci fa guardare dall’alto la strada che stiamo percorrendo, quella già fatta e quella da fare, vedere la meta verso cui siamo diretti, guardando tutto da un’altra prospettiva, più alta, con un orizzonti più ampio. Ci fa riposare, prendere fiato, staccare la spina dalla nostra frenetica quotidianità e godere della bellezza del panorama. Ed infine ci fa salire in quota, la seggiovia è pensata per affrontare una salita e più alto è il dislivello più è utile. (Chiara)
Tutta la nostra vita si realizza, diventa una vita Beata se ci realizziamo nelle relazioni, con Dio e i fratelli, perché Amare è non essere mai stanchi di prendersi per mano e fare un altro pezzo di strada assieme.