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GRATUITAMENTE AVETE RICEVUTO, GRATUITAMENTE DATE, (Mt 10,8b). Noi abbiamo solo il presente da vivere e in questo tempo ci giochiamo la nostra vita, la nostra eternità, il nostro destino (E. Olivero)

lunedì, gennaio 7

Per le vocazioni



Signore Gesù,
Tu chiami tutti i battezzati
“a prendere il largo”,
percorrendo la via della santità.
Suscita nel cuore dei giovani
il desiderio di essere nel mondo
testimoni del tuo amore.
Riempili con il tuo Spirito
perché siano capaci
di scoprire la piena verità di sé
e della propria vocazione.
Vergine Santa, Madre di Cristo,
guida sicura nel cammino
verso Dio e il prossimo,
Tu che hai conservato le sue parole
nell’intimo del cuore,
sostieni le famiglie e le parrocchie,
affinché aiutino ragazzi e giovani
a rispondere generosamente
alla chiamata del Signore. Amen

Fai Natale così…


Se hai nemici riconciliati:
il Natale è pace!

Se hai peccati convertiti:
il Natale è amicizia con Dio!

Se hai amici cercali:
il Natale è comunione!

Se hai debiti pagali:
il Natale è giustizia!

Se hai poveri al tuo fianco aiutali:
il Natale è dono!

Se hai superbia interrala:
il Natale è umiltà!

Se sei nelle tenebre, cerca la luce:
il Natale è luce!

Se sei nell’errore rifletti:
il Natale è verità!

Se sei triste rallegrati:
il Natale è gioia!

Se hai odio, dimenticalo:
il Natale è amore!


Una Chiesa così…

-          Una Chiesa pienamente sottomessa alla Parola di Dio, nutrita e liberata da questa Parola.
-          Una Chiesa che mette l’Eucaristia al centro della sua vita, che contempla il suo Signore, che compie tutto quanto fa “in memoria di Lui” e modellandosi sulla Sua capacità di dono.
-          Una Chiesa che non tema di utilizzare strutture e mezzi umani, ma che se ne serve e non ne diviene serva.
-          Una Chiesa che desidera parlare al mondo di oggi, alla cultura, alle diverse civiltà, con la parola semplice del Vangelo.
-          Una Chiesa che parla più con i fatti che con le parole; che non dice se non parole che partano dai fatti e si appoggino ai fatti.
-          Una Chiesa attenta ai segni della presenza dello Spirito nei nostri tempi, ovunque si manifestino.
-          Un a Chiesa consapevole del cammino arduo e difficile di molta gente oggi, delle sofferenze quasi insopportabili di tanta parte dell’umanità, sinceramente partecipe delle pene di tutti e desiderosa di consolare.
-          Una Chiesa che porta la parola liberatrice e incoraggiante dell’Evangelo a coloro che sono gravati da pesanti fardelli.
-          Una Chiesa capace di scoprire i nuovi poveri e non troppo preoccupata di sbagliare nello sforzo di aiutarli in maniera creativa.
-          Una Chiesa che non privilegia nessuna categoria, né antica né nuova, che accoglie ugualmente giovani e anziani, che educa e forma tutti i suoi figli alla fede e alla carità e desidera valorizzare tutti i servizi e ministeri nella unità della comunione.
-          Una Chiesa umile di cuore, unita e compatta nella sua disciplina, in cui Dio solo ha il primato.
-          Una Chiesa che opera un paziente discernimento, valutando con oggettività e realismo il suo rapporto con il mondo, con la società di oggi; che spinge alla partecipazione attiva e alla presenza responsabile, con rispetto e deferenza verso le situazioni, ma che ricorda bene la parola di Pietro:
“E’ meglio obbedire a Dio che agli uomini” (At 4,19)
(C. M. Martini)

Caro Gesù Bambino…



  1. Caro Gesù Bambino, quando tuo padre ha fatto l’universo non era meglio che invece che la domenica si riposava anche gli altri giorni di scuola? Enrico
  2. Caro Gesù Bambino è giusto che fai tante religioni. Ma non ti confondi mai? Franco
  3. Caro Gesù, mi piace tanto il padre nostro. Ti è venuta subito o l’hai dovuta fare tante volte? Io quello che scrivo lo devo rifare un sacco di volte. Andrea
  4. Caro Gesù, la giraffa la volevi proprio così o è stato un incidente? Mi piacerebbe sapere come si chiamavano il tuo bue e il tuo asino.
  5. Caro Gesù Bambino, i peccati li segni in rosso come la maestra?
  6. Caro Gesù ecco una poesia: Ti amo perché con quello che ci dai vivere ci fai ma tu devi dire perché ci fai morire? Daniele, 8 anni
  7. Caro Gesù Bambino grazie per il fratellino, ma io veramente avevo pregato per un cane. Gianluca
  8. Caro Gesù Bambino come mai non hai inventato nessun nuovo animale negli ultimi tempi? Abbiamo sempre i soliti. Laura
  9. Caro Gesù per favore metti un altro po’ di vacanza fra Natale e Pasqua. In mezzo adesso non c’è niente. Marco
  10. Caro Gesù Bambino per piacere mandami un cucciolo. Non ho mai chiesto niente prima, puoi controllare. Bruno
  11. Caro Gesù Bambino vorrei che tu fai la gente in modo che non si rompe tanto. A me hanno dato tre punti e una iniezione. Sandra
  12. Caro Gesù Bambino scommetto che per te è difficilissimo voler bene a tutti in tutto il mondo. Nella mia famiglia siamo solo quattro e io non ci riesco mai. Viola
  13. Caro Gesù Bambino non mi sono mai sentita più sola da quando ho scoperto che ci sei. Nora
  14. Caro Gesù Bambino abbiamo studiato che Tommaso Edison ha inventato la luce. Ma al catechismo dicono che sei stato tu. Per me lui ti ha rubato l’idea. Daria
  15. Caro Gesù Bambino Sei bravissimo, riesci sempre a mettere le stelle al posto giusto. Caterina
  16. Caro Gesù, credevo che l’arancione stava male con il viola. Ma poi ho visto il tramonto che hai fatto martedì, fortissimo. Eugenio

Signore vuoi?



Signore, vuoi le mie mani per passare questa giornata aiutando i poveri e i malati che ne hanno bisogno?
Signore, oggi ti do le mie mani.
Signore, vuoi i miei piedi per passare questa giornata visitando coloro che hanno bisogno di un amico?
Signore, oggi ti do i miei piedi.
Signore, vuoi la mia voce per passare questa giornata parlando con quelli che hanno bisogno di parole d’amore?
Signore, oggi ti do la mia voce.
Signore, vuoi il mio cuore per passare questa giornata amando ogni uomo solo perché è uomo?
Signore, oggi ti do il mio cuore.

Ti ho chiamato per nome


Ti ho chiamato per nome fin dal principio.
Tu sei mio e io sono tuo.
Tu sei il mio Amato, in te mi sono compiaciuto.
Ti ho modellato nelle profondità della terra
e ti ho formato nel grembo di tua madre.
Ti ho scolpito nei palmi delle mie mani
e ti ho nascosto nell’ombra del mio abbraccio.
Ti guardo con infinita tenerezza
e ti ho cura di te con una sollecitudine più profonda
che quella di una madre per il suo bambino.
Tu sai che io sono to come io so che tu sei mio.
Tu mi appartieni. Io sono tuo padre, tua madre,
tuo fratello, tua sorella, il tuo amante (cioè colui che mi ama, non adulterio) e il tuo sposo…
ovunque tu sia, io ci sarò. Niente mai ci separerà.
Noi siamo uno. (Henri J. M. Nouwen)

Se c’è Dio, anch’io sono immortale


La mia immortalità è indispensabile,
perché Dio non vorrà commettere un’iniquità
e spegnere del tutto il fuoco di amore
dopo che questo si è acceso per lui nel mio cuore.
E che cosa c’è di più eterno dell’amore?
L’amore è superiore all’esistenza, è il coronamento dell’esistenza, e
come è possibile che l’esistenza non gli sia sottomessa?
Se ho cominciato ad amarlo e mi sono rallegrato del suo amore,
è possibile che lui spenga me e la mia gioia e ci converta in zero?
Se c’è Dio, anch’io sono immortale”. (I demoni, F. Dostoevskij)



Se c’è Dio, anch’io sono immortale



A chi dare Gesù?


Tutte le statuine del presepio erano in agitazione, si davano un gran da fare per preparare i doni da portare a Gesù. Una statuina più povera di tutte, cercava, cercava e non trovava niente di presentabile. Era sconsolata quando le sue compagne si misero in fila per andare alla grotta con le mani piene di doni e tutte sorridenti. Anche la statuina più povera, pur non avendo nulla, si mise in processione. Restò sulla soglia: aveva le mani vuote e il cuore pieno di tristezza. Ripeteva dentro di sé: Signore, non ho niente da offrirti, proprio nulla. Accadde allora un fatto degno di essere ricordato. Maria che teneva in braccio con infinito amore Gesù bambino, per prendere più facilmente i doni che le venivano offerti dalle varie statuine. Voleva cedere il Figlio divino a San Giuseppe, ma questi era indaffarato nel chiudere gli spiragli da dove entrava il freddo.  A chi dare Gesù? Guardò intorno e vide sulla soglia l’unica statuina che aveva le mani libere. Maria allora le porse suo Figlio. Così quella statuina che non aveva nulla, ebbe tutto

Scrivo da una cella senza finestre


Mi chiamo Asia Noreen Bibi. Scrivo agli uomini e alle donne di buona volontà dalla mia cella senza finestre, nel modulo di isolamento della prigione di Sheikhupura, in Pakistan, e non so se leggerete mai questa lettera. Sono rinchiusa qui dal giugno del 2009. Sono stata condannata a morte mediante impiccagione per blasfemia contro il profeta Maometto. Dio sa che è una sentenza ingiusta e che il mio unico delitto, in questo mio grande Paese che amo tanto, è di essere cattolica. Non so se queste parole usciranno da questa prigione. Se il Signore misericordioso vuole che ciò avvenga, chiedo agli spagnoli (il 15 dicembre, il marito di Asia ritirerà a Madrid il premio, ndr) di pregare per me e intercedere presso il presidente del mio bellissimo Paese affinché io possa recuperare la libertà e tornare dalla mia famiglia che mi manca tanto. Sono sposata con un uomo buono che si chiama Ashiq Masih. Abbiamo cinque figli, benedizione del cielo: un maschio, Imran, e quattro ragazze, Nasima, Isha, Sidra e la piccola Isham. Voglio soltanto tornare da loro, vedere il loro sorriso e riportare la serenità. Stanno soffrendo a causa mia, perché sanno che sono in prigione senza giustizia. E temono per la mia vita. Un giudice, l’onorevole Naveed Iqbal, un giorno è entrato nella mia cella e, dopo avermi condannata a una morte orribile, mi ha offerto la revoca della sentenza se mi fossi convertita all’islam. Io l’ho ringrazto di cuore per la sua proposta, ma gli ho risposto con tutta onestà che preferisco morire da cristiana che uscire dal carcere da musulmana. “Sono stata condannata perché cristiana – gli ho detto – Credo in Dio e nel suo grande amore. Se lei mi ha condannata a morte perché amo Dio, sarò orgogliosa di sacrificare la mia vita per Lui”. Due uomini giusti sono stati assassinati per aver chiesto per me giustizia e libertà. Il loro destino mi tormenta il cuore. Salman Taseer, governatore della mia regione, il Punjab, venne assassinato il 4 gennaio 2011 da un membro della sua scorta, semplicemente perché aveva chiesto al governo che fossi rilasciata e perché si era opposto alla legge sulla blasfemia in vigore in Pakistan. Due mesi dopo un ministro del governo nazionale, Shahbaz Bhatti, cristiano come me, fu ucciso per lo stesso motivo. Circondarono la sua auto e gli spararono con ferocia. Mi chiedo quante altre persone debbano morire a causa della giustizia. Prego in ogni momento perché Dio misericordioso illumini il giudizio delle nostre autorità e le leggi ristabiliscano l’antica armonia che ha sempre regnato fra persone di differenti religioni nel mio grande Paese. Gesù, nostro Signore e Salvatore, ci ama come esseri liberi e credo che la libertà di coscienza sia uno dei tesori più preziosi che il nostro Creatore ci ha dato, un tesoro che dobbiamo proteggere. Ho provato una grande emozione quando ho saputo che il Santo Padre Benedetto XVI era intervenuto a mio favore. Dio mi permetta di vivere abbastanza per andare in pellegrinaggio fino a Roma e, se possibile, ringraziarlo personalmente.
Penso alla mia famiglia, lo faccio in ogni momento. Vivo con il ricordo di mio marito e dei miei figli e chiedo a Dio misericordioso che mi permetta di tornare da loro. Amico o amica a cui scrivo, non so se questa lettera ti raggiungerà mai. Ma se accadrà, ricordati che ci sono persone nel mondo che sono perseguitate a causa della loro fede e – se puoi – prega il Signore per noi e scrivi al presidente del Pakistan per chiedergli che mi faccia ritornare dai miei famigliari. Se leggi questa lettera, è perché Dio lo avrà reso possibile. Lui, che è buono e giusto, ti colmi con la sua Grazia.
Asia Noreen Bibi – Prigione di Sheikhupura, Pakistan

Il mio Sì


Io sono creato per fare e per essere qualcuno
per cui nessun altro è creato.
Io occupo un posto mio nei consigli di Dio,
nel mondo di Dio: un posto da nessun altro occupato.
Poco importa che io sia ricco, povero
disprezzato o stimato dagli uomini:
Dio mi conosce e mi chiama per nome.
Egli mi ha affidato un lavoro
che non ha affidato a nessun altro.
Io ho la mia missione.
In qualche modo sono necessario ai suoi intenti
tanto necessario al posto mio quanto un arcangelo al suo.
Egli non ha creato me inutilmente.
Io farò del bene, farò il suo lavoro.
Sarò un angelo di pace, un predicatore della verità
nel posto che egli mi ha assegnato
anche senza che io lo sappia,
purché io segua i suoi comandamenti
e lo serva nella mia vocazione.
(John Henry Newman)


Cosa vuol dire perdonare…


Le scrivo da un letto di ospedale. Sono una mamma separata, con due figlie di sedici e tredici anni. Da due anni lotto contro un tumore. I dottori hanno fatto di tutto per debellarlo. Purtroppo, non nascondono la loro preoccupazione. E io non sono così stupida da non capire che mi è rimasto poco tempo per vivere. Le scrivo per dirle che sto provando sulla mia pelle cosa vuol dire perdonare. Sì, deve sapere che, durante la mia separazione, non sono stata una “brava moglie”. Ferita dalla scelta di mio marito, in questi otto anni non gli ho mai perdonato nulla. Da me ha sempre avuto dei “no”. Da quando mio marito ha un’altra donna, mi sono davvero incattivita. Ora, nella malattia, ho capito la separazione, in parte, è stata colpa mia. Da quando sono in ospedale, il mio ex marito non mi ha mai fatto mancare la visita delle figlie. Ho saputo da mia sorella che s’informa dai dottori. Spera che ci sia qualche speranza. Chiede se ci sono centri più specializzati per curarmi. So anche che, ogni sera, prega per me, assieme alle nostre figlie e alla sua compagna. Caro padre, come vorrei tornare indietro nella vita, per comportarmi meglio! Pochi giorni fa, ho provato a chiedere scusa al mio ex marito. Lui ha fatto scivolare la cosa, e mi ha detto che, in questo momento, la priorità è la mia guarigione. Ho pianto tanto alle sue parole. Non so come mi presenterò a Dio. Ma voglio “recuperare” un buon rapporto con tutti. Domani verrà a farmi visita la nuova compagna di mio marito. A lei “affiderò” le mie due figlie, il bene più prezioso che ho. Caro padre, preghi per me. (Una Mamma)