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giovedì, ottobre 6

Amore

Amore è donazione. Amore e virtù sono inseparabili. Così c’è libertà e felicità.

Oggi il Papa ha risposto hai ragazzi dell’Azione Cattolica Italiana radunati in piazza San Pietro. Erano circa 100.000 i presenti. Ha affermato chiaramente che “troppo spesso l’amore è ridotto a merce di scambio, da consumare senza rispetto di se stessi e degli altri”. Benedetto XVI ha proseguito affermando che “così è molto amore proposto dai media e da internet”.
Mi piace che il Papa abbia avuto il coraggio di parlare del vero amore. Infatti, ha detto ancora il Papa che un amore così sarebbe “egoismo, chiusura, illusione di un momento, qualcosa che vi lega come una catena, qualcosa che soffoca il pensiero e quella forza insopprimibile che è l’amore vero che, certo, costa anche sacrificio”. E ancora: “voi non potete e non dovete adattarvi a un amore ridotto a merce di scambio, da consumare senza rispetto per sé e per gli altri, incapace di castità e di purezza: questa non è libertà”.
In parole povere, mi pare di capire che il Papa sta denunciando l’uso inadeguato della parola amore. Un amore che dovrebbe essere donazione è stato scambiato per egoismo, per un piacere personale “usa e getta”, per un’emozione del momento, per uno strumento di gioco. Secondo me, nell’urgente impegno di “ri-umanizzare” la persona, è fondamentale riscattare il concetto di amore, a livello teorico e poi a livello pratico, affinché non sia preda della pseudocultura postmoderna.
Poi, parla di castità e di purezza. E lo unisce al concetto di libertà. Cioè relaziona l’amore con la virtù, segnalando che soltanto così l’amore diventa libero. Infatti, un amore isolato dalla virtù, facilmente può diventare semplice passione, istinto e, addirittura, schiavitù. Sì, schiavitù, perché non si lascia più orientare o guidare. Diventa un cavallo pazzo, indomito, selvaggio, soffocante, che esige l’ubbidienza agli impulsi più bassi e animaleschi. Si allontana dall’etica e dalla razionalità. Allora non è più umano. L’amore casto, cioè puro, cioè fedele, cioè autentico, è un amore rispettoso, maturo e profondo.
Un amore guidato dalla ragione non è freddo, meccanico, inumano. Piuttosto è un amore genuinamente umano. È un amore in cui la volontà diventa padrone, per non cadere nella schiavitù. Insisto: l’autocontrollo non distrugge l’amore, piuttosto lo umanizza, lo imbellisce, lo guida affinché sia più profondo e pieno.
L’amore, a tutti i livelli, è donazione verso un altro,verso una persona. Non può diventare uso o manipolazione di “qualcuno” che a questo punto diventa “qualcosa”. Riscattiamo l’amore, riprendiamoci il vero senso dell’amore. Questa è la grande sfida della gioventù! È dura ma non è persa. La battaglia continua e, alla fine, l’amore vincerà perché come diceva Sant’Agostino: “il mio peso è il mio amore; esso mi porta dovunque mi porto” (Confess. 13, 9, 10). P. Miguel Cavallé Puig, L.C.

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