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domenica, gennaio 29

Mc 1, 21-28

C'era un cavaliere prese una decisione. Disse al guardiaboschi che ogni giorno gli portava da mangiare di portargli il miglior pittore del paese.
Dopo qualche giorno gli portò maestro Pennellino. Quando lo vide il cavliere lanciò uno sguardo sfiduciato perchè era giovane e temeva di non riuscire nel lavoro che aveva da proporgli.
Ma maestro Pennellino infastidito e offeso disse: "Ho studiato tutte le forme delle persone e degli oggetti, conosco come si mescolano i colori. Non so cosa non so dipingere!". Il cavaliere disse: "Vedremo".
Lo portò in un corridoio metà al buio e metà alla luce e gli chiese di dipengere al centro sant'Antonio Eremita e su un lato un angelo e sull'altro il diavolo, ma stando attento a non dipingere delle maschere da carnevale con le corna o con le ali, perchè voleva dei volti che esprimevano la realtà.
Pennellino si mise subito al lavoro e iniziò a dipingere sant'Antonio. Dopo un pò arrivò il cavaliere, guardò il volto del santo e disse: "Non è proprio un santo ma può andare" e se ne andò. Pennellino taceva nella sua convinzione di essere molto bravo.
Il giorno dopo si mise a dipingere l'angelo. Alla sera venne il cavaliere ad ispezionare e quando vide l'angelo disse: "Vi ho detto che volevo un angelo sul muro. Questa signorina va bene come modello in una sartoria". Pennellino s'arrabbiò ma il cavaliere se ne andò senza rispondere.
Per un bel pò maestro Pennellino rimase con la rabbia e si mise a studiare il dipinto per cercare di migliorarlo, ma passavano i giorni e non trovava una soluzione. Col passare del tempo però Pennellino ammise che il cavaliere aveva ragione, perchè un angelo doveva irradiare bontà, verità, bellezza. Studiava e dipingeva ma c'era sempre qualcosa che non gli piaceva.
Tornò il cavaliere e vedendo che l'angelo non era concluso gli disse d'iniziare a dipingere il diavolo. Pennellino s'arrabbiò moltissimo ma dovette riconoscere che il cavaliere aveva ragione. Dipinse il diavolo con soddisfazione perchè secondo lui faceva davvero paura. Quando il cavaliere vide il dipinto si mise a ridere, e andando via disse: "Ricordatevelo che chi vuole dipingere il diavolo deve sapere cos'è il male".
Maestro Pennellino rifece il diavolo più volte e pensava che ora avrebbe soddisfatto il cavaliere. Quando questi lo vide ne rise, ne fu contento perchè il diavolo sembrava un assassino, ma soprattutto uno sfortunato e quindi avrebbe incontrato la misericordia di Dio, non poteva essere un angelo.
Pennellino era allo stremo delle forze e avrebbe gettato la spugna, ma il cavliere gli propose, visto che non era in grado di dipingere un diavolo, di dipingere l'angelo ma identico a prima.
Ricominciò dunque a dipingere l'angelo e con inquietudine e ripugnanza si mise a copiare il quadro di prima. Tratto dopo tratto, colore dopo colore, lavorava maledicendo il giorno in cui aveva accettato questo lavoro al castello, maledicendo il cavaliere e i suoi giudizi detestabili. Presto il quadro fu pronto.
Il secondo angelo somigliava perfettamente al primo. Eppure non era lo stesso. Maestro Pennellino rimase esterrefatto. «Dio mio, ma questo non è un angelo, è un diavolo!»
Quando venne, il vecchio cavaliere approvò chinando la testa. «Questo è davvero il diavolo!» «Ma io volevo dipingere un angelo!» «Appunto. La vera malizia non è una mascherata e non è neppure la debolezza e la miseria. La malizia è la bellezza che si cerca con odio e con avversione. Come avete fatto voi stavolta, detestandomi. Imparate ad amare e dipingerete un angelo».
(T.SPIDLÍK, Il Professor Ulipispirus e altre storie, Lipa, Roma 1997, pp. 29-32)
Gesù insegnava con autorità perchè annuncia e fa accadere ciò che annuncia, perchè si misura con i problemi dell'uomo, e il primo problema è l'uomo posseduto, non libero.
Noi oggi siamo chiamati ad essere autorevoli, cioè diventare ciò che si predica.
Gesù dice taci ed esci ai nostri idoli, ai padroni del nostro cuore perchè esca l'uomo libero e amante della vita, solo quest'uomo è segno della creazione di Dio.

Oggi sia come Chiesa, Popolo di Dio, ma soprattutto come individui siamo chiamati a farci un vero esame di coscienza:
- Da cosa sono posseduto?
- Come Gesù, mi oppongo al male?
- Porto aria di libertà e di liberazione a me stesso e all'uomo che incontro?
- Molti dicono "Gesù sì, Chiesa no!". Questo attacco/provocazione diventa per me stesso un momento di verifica in cui valuto perchè sia la Chiesa ma pure me stesso non si è più credibili?
- Ho un messaggio da annunciare che crea stupore, che pone delle domande, che fa arrabbiare le forze reali del male?

Perchè chi segue Gesù può solo generare amore e provoca a guarire.


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