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GRATUITAMENTE AVETE RICEVUTO, GRATUITAMENTE DATE, (Mt 10,8b). Noi abbiamo solo il presente da vivere e in questo tempo ci giochiamo la nostra vita, la nostra eternità, il nostro destino (E. Olivero)

domenica, aprile 1

LA VOCAZIONE: perché e come vivere?


Per vita intendiamo “giornata tipo”.
Quando dico “vita” intendo riferirmi alle giornate quotidiane: la scuola o il lavoro; le amicizie e il divertimento; i vostri momenti strettamente religiosi nella vostra parrocchia. Cioè i soliti venti di tutti i giorni. Tra questi eventi ci si pone domande del tipo: che cosa farò poi, terminata la scuola? Ciò che sto facendo ha un senso? Queste domande un animale non se le pone, perché vive, ma non sa di vivere. L’uomo non solo le vive, ma sa di vivere. E soprattutto desidera vivere non una vita qualsiasi, ma una vita buona.
Quando la vita è una buona vita?
La vita è una buona vita quando è vissuta realizzando lo scopo per cui esiste.
E siamo arrivati alla questione decisiva: quale è lo scopo per cui ciascuno di noi esiste?
La risposta che oggi viene più potentemente diffusa è la seguente: lo scopo è quello che ciascuno decide chi sia. In questo senso si parla di «autodeterminazione». Secondo questa visione, quando l’uomo progetta la propria vita – progetto di vita e scopo per cui vivere coincidono – si è consegnati esclusivamente a se stessi.
Perché? Dove sta il pericolo?
Prova a riflettere un momento. A tuo giudizio, la vita di Hitler ha la stessa qualità della vita di Madre Teresa? Eppure ambedue hanno realizzato quel progetto di vita che ciascuno dei due si era dato. E se, come sono sicuro, nessuno compie quell’equiparazione, è perché non sono necessari tanti ragionamenti per capire che il valore della vita non dipende esclusivamente dalla realizzazione del progetto che ciascuno si propone. Ma dipende dalla qualità del progetto stesso.


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