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GRATUITAMENTE AVETE RICEVUTO, GRATUITAMENTE DATE, (Mt 10,8b). Noi abbiamo solo il presente da vivere e in questo tempo ci giochiamo la nostra vita, la nostra eternità, il nostro destino (E. Olivero)

martedì, luglio 3

Mc 5,21-43


L'uomo non è creato per la morte, ma il peccato entrando nella vita dell'uomo ha aperto le porte del mondo alla morte. Gesù con questa Parola, ci dimostra che noi crediamo nel Dio dei vivi. Le due donne miracolate ci indicano il Dio della vita e per la vita. Per Gesù la morte è paragonata al sonno, come ad un preludio al risveglio, alla Resurrezione. Quando pensiamo alla resurrezione non pensiamo solo alla fine della vita, al fine della vita ma all'impegno a vivere il quotidiano da risorti. Come? Con la fede dell'emoraissa o di Giairo; con una fede in un Dio che ogni giorno ci prende per mano e ci fa alzare dalle situazioni che ci schiacciano, da tutto ciò che ci soffoca e ci fa rallentare il passo, dalla disperazione.

Notiamo il numero 12: dodici sono gli anni di malattia, dodici sono gli anni della bambini. Nel  Nuovo Testamento il 12 indica qualcosa che si compie.
A 12 anni Gesù proclama la prima profezia, (Lc 2,42 e 49).
Gesù sceglie 12 Apostoli.
Le ceste avanzate dopo che Gesù ha sfamato i suoi discepoli sono 12, (Mc 6,43).
12 sono le porte della Gerusalemme celeste, (Ap. 21,12-21).
La donna dell'Apocalisse è coronata da 12 stelle, .
L'albero della vita posto al centro della città dà 12 raccolti,.
Per Gesù il giorno è di 12 ore, (Gv 11,9).
Quindi i nostri racconti non indicano semplicemente una guarigione, ma dicono che è giunto il tempo... l'umanità peccatrice è liberata dai suoi mali.
Però Gesù chiede di non temere e di continuare ad aver fede, una fede che salva, una fede che ha mani per toccare, occhi per vedere, labbra per proclamare il Dio dei vivi e non dei morti. Una fede profonda, che non si scoraggia, una fede coraggiosa, testarda, una fede che permette all'onnipotenza di Dio di agire.

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