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martedì, gennaio 6

Re Magi


    Fu un freddo avvento per noi,
    Proprio il tempo peggiore dell'anno
    Per un viaggio, per un lungo viaggio come questo
    Le vie fangose e la stagione rigida
    Nel cuore dell'inverno.
    E i cammelli piagati, coi piedi sanguinanti, indocili
    Sdraiati nella neve che si scioglie.
    Vi furono momenti in cui noi rimpiangemmo
    I palazzi d'estate sui pendii, le terrazze,
    E le fanciulle seriche che portano il sorbetto.
    Poi i cammellieri che imprecavano e maledicevano
    E disertavano, e volevano, donne e liquori,
    E i fuochi notturni s'estinguevano, mancavano ricoveri,
    E le città ostili e i paesi nemici
    Ed i villaggi sporchi e tutto a caro prezzo:
    Ore difficili avemmo.
    Preferimmo viaggiare di notte,
    Dormendo solo a tratti,
    Con le voci che cantavano agli orecchi, dicendo
    Che questo era tutta follia.
    Poi all'alba giungemmo a una valle più tiepida,
    Umida, sotto la linea della neve, tutta odorante di vegetazione;
    Con un ruscello in corsa ed un molino ad acqua che batteva il buio,
    E tre alberi contro il cielo basso,
    E un vecchio cavallo bianco al galoppo sul prato.
    Poi arrivammo a una taverna con l'architrave coperta di pampini,
    Sei mani ad una porta aperta giocavano a dadi monete d'argento,
    E piedi davano calci agli otri vuoti.
    Ma non avemmo alcuna informazione, e così proseguimmo
    Ed arrivati a sera non un solo momento troppo presto
    Trovammo il posto; cosa soddisfacente voi direte.
    Tutto questo fu molto tempo fa, ricordo,
    E lo farei di nuovo, ma considerate
    Questo considerate
    Questo: ci trascinarono per tutta quella strada
    Per una Nascita o per una Morte?
    Vi fu una Nascita, certo, Ne avemmo prova e non avemmo dubbio.
    Avevo detto nascita e morte
    Ma le avevo pensate differenti; per noi questa Nascita fu
    Come un'aspra ed amara sofferenza, come la Morte, la nostra morte
    Tornammo ai nostri luoghi, ai nostri Regni,
    Ma ormai non più tranquilli, nelle antiche leggi,
    Fra un popolo straniero che è rimasto aggrappato ai propri idoli.
    Io sarei lieto di un'altra morte.
    (Th. Eliot, Il viaggio dei Magi)

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